È scomparsa Maria Romana De Gasperi
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Amava ripetere che aveva avuto la fortuna di vivere la sua giovinezza davanti a un uomo onesto, il Padre Alcide, che le aveva insegnato il coraggio di tenere fede alle proprie idee, anche quando queste sono causa di sofferenze e solitudine, e forse mai come in questo periodo buio della politica italiana possiamo apprezzare questa sua considerazione. Era nata a Trento il 19 marzo 1923, figlia del futuro statista italiano e di Francesca Romani, fin da bambina visse esperienze che avrebbero provato duramente anche il più coriaceo degli adulti. A soli quattro anni visse l’esperienza dell’arresto del padre, accusato dal regime fascista di espatrio clandestino, rilasciato dopo un anno. Le condizioni economiche della famiglia rimasero precarie fino alla fine della seconda guerra mondiale, Alcide in quel lungo periodo svolgeva un modesto e altrettanto modestamente pagato lavoro presso la biblioteca vaticana. Maria Romana aiutò il padre a mantenere i contatti con gli ambienti antifascisti, assistendolo poi, gratuitamente, come segretaria personale durante la lunga e fortunata presidenza del Consiglio dei Ministri. Nella sua veste di assistente seguì il padre alla conferenza di pace di Parigi, della quale ricorderà in un articolo pubblicato da Avvenire “ricordo il silenzio assordante dopo il suo intervento, imputato responsabile di una guerra voluta dal fascismo che in realtà aveva combattuto. Solo dalla delegazione americana gli tesero la mano“. E poi ancora fu accanto ad Alcide in occasione della visita negli usa del 1947, insieme a lui anche durante le interviste ufficiali, una vera e propria first lady italiana. E ancora, fu testimone dei primi passi del processo di integrazione europea e del dispiacere dell’ormai ex Presidente per il fallimento della Comunità Europea di Difesa, causata dall’ostruzionismo della Francia, un problema oggi più che mai attuale. Sempre a fianco di Alcide De Gasperi fino alla morte, il 19 agosto 1954. È stata attenta e scrupolosa cultrice della memoria del padre, la sua biografa più famosa, senza mai scivolare sulla celebrazione, anzi attenta all’analisi dei fatti e dei motivi che li avevano generati, contestualizzando cause ed effetti nel momento storico. Amò ricordare anche la profonda spiritualità del padre, evidenziando il fatto che mai fu un clericale. noi del Centro Studi Malfatti abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e incontrarla in molto convegni, apprezzandone soprattutto la signorilità e la semplicità, oltre allo sconfinato rispetto che suscitava nelle platee.