Emanuele Lanzerotti
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Emanuele Lanzerotti nasce nel 1872 a Romeno, in provincia di Trento, da famiglia benestante. Dopo aver frequentato a Trento il ginnasio, compie i suoi studi universitari a Graz, Innsbruck e Vienna. Durante gli anni della sua formazione è attratto dalle posizioni radicaleggianti delle associazioni studentesche, di matrice liberale ma aperte alla nascente ideologia socialista. Passato poi nel campo cattolico, conserva sempre un orientamento radicaleggiante. Agli inizi del ‘900 fonda, con don Celestino Endrici e Edoardo De Carli, l’Associazione Universitaria Cattolica Trentina, che nel 1902 ha una sua rivista , “Rivista Tridentina”, la cui direzione è affidata ad Alcide De Gasperi.
Laureatosi in Ingegneria è acceso cooperatore fin dagli anni giovanili e diviene uno dei più vivaci assertori della svolta confessionale della cooperazione trentina, distinguendosi oltre che per il suo carattere battagliero anche per i grandi progetti in campo cooperativo. Egli intende estendere i criteri cooperativi anche ai settori della produzione, del lavoro e dei servizi vari, creando, per esempio, consorzi elettrici, ferrovie e industrie.
Il suo modello è la Svizzera, “un paese che confina e rassomiglia al nostro Trentino“, scrive. A questo scopo Lanzerotti cerca di convincere anche il mondo finanziario italiano ad investire nelle risorse idriche ed ambientali del Trentino.
Non sempre, in ogni caso, alla grandezza delle idee di Lanzerotti fa riscontro la capacità di portarle a compimento. Tra le sue realizzazioni vanno ricordate istituzioni particolarmente significative quali il Sindacato Agricolo Industriale Trentino, la Centrale delle Cooperative di Consumo, l’Unione Trentina per Imprese Elettriche e la Banca Industriale di Trento. Lanzerotti è anche protagonista all’interno del Partito Popolare trentino di cui è deputato al Reichsrat dal 1907 al 1911.
Nelle consultazioni tenute il 13 giugno 1911 il partito decide di non ricandidarlo insieme ad altri esponenti del mondo cooperativo. E’ lo stesso De Gasperi che si assume l’ingrato compito comunicare la decisione a Lanzerotti, con una lettera nella quale lo invita a pensare alla “propria indipendenza economica dal partito“. Nel 1913 decide di lasciare il Trentino, pur continuando la sua attività di cooperatore, divenendo segretario generale della Federazione Nazionale delle Cooperative di Consumo e presidente del Consorzio Ligure fra Cooperative di Consumo.
Nel dopoguerra tenta di reinserirsi ai vertici della Cooperativa Trentina, ma senza successo. Ritiratosi in Lombardia opera come progettista in campo elettrico e ferroviario, senza per altro abbandonare mai i suoi interessi in campo cooperativo. Muore a Masnago, in provincia di Varese, nel 1955.