


In occasione del delitto Matteotti scrisse sul Il Popolo un articolo che Maurice Vaussard definì di una veemenza inaudita. Di lì a poco fu radiato dall’albo dei giornalisti, anche per aver difeso De Gasperi dall’accusa di austriacante mossagli da Mussolini e dalla stampa fascista. Dopo lo scioglimento del Partito Popolare, diresse un bollettino clandestino di notizie, ma fu sottoposto a processo e condannato al confino, solo la sua qualità di mutilato e decorato gli evitò la sanzione.






Nel corso della II Guerra Mondiale lavorò con De Gasperi, Bonomi e altri esponenti antifascisti per preparare la rinascita della democrazia. Il 24 aprile 1944 fu chiamato da mons. Montini a dirigere la scuola di giornalismo, ad insegnare alla Scuola di Preparazione Sociale presso il Laterano e a dirigere Il Quotidiano, dal 1944 al 1946, allorché lasciò la direzione a Federico Alessandrini. Deputato alla Costituente, fu rieletto alla Camera il 18 aprile 1948 e chiamato alla direzione de Il Popolo.
La sua militanza parlamentare si caratterizzò per una spiccata propensione al dialogo , sia pure critico, anche con gli esponenti di altri partiti. Giordani rappresenta l’anima dialogante, ricca di umori evangelici, della DC nell’epoca della guerra fredda e della contrapposizione frontale tra i partiti.