Il concetto di libertà secondo il vangelo di Enrico Letta
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(Antonio Muffari, 2022)

Dal punto di vista giuridico, per libertà. si intende in linea di massima il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria persona.

Da un punto di vista storico, la libertà personale, intesa come libertà negativa di non subire ingerenze altrui sul proprio corpo (c.d. libertà dagli arresti), è la prima e la più importante tra le c.d. libertà civili (Diritti costituzionali), essendo prevista, e tutelata, già nella Magna Charta Libertatum del 1215, art. 39, e nei documenti costituzionali successivi (Habeas Corpus Act 1679; IV e V Emendamento Cost. U.S.A. 1787; artt. 7 ss. Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese 1789; art. 4 Cost. Francia 1814; art. 4 Cost. Francia 1830; art. 7 ss. Cost. Belgio 1831; art. 2 Cost. Francia 1848; art. 138 Cost. Francoforte 1849; art. 114 Cost. Germania 1919; art. 2 Legge fondamentale Germania 1949; artt. 15 e 17 Cost. Spagna 1978; artt. 10 e 31 Cost. Svizzera 1999).

Oggi invece abbiamo un fine filosofo che ha ribaltato i concetti oramai obsoleti di libertà, il professor Enrico Letta.

Nel suo vangelo il vaccino è libertà, cioè obbligare un cittadino a cedere il proprio corpo ad esperimenti di ingegneria sociale, al solo scopo di garantire un profitto alle multinazionali del farmaco (impegni presi dalla Lorenzin e Renzi nel 1994 con Obama), e diminuire la popolazione mondiale è libertà. Parafrasando Giorgio Gaber: la libertà non è uno spazio libero, libertà è vaccinazione.

Altro punto interessante da studiare è che per il professore il Green Pass sia anch’esso un passaporto libertà, cioè avere uno strumento di controllo sociale di tipo orwelliano che assomiglia più ad un sistema mafioso di sottomissione del proprio io al potere, è libertà.

Infine sempre nel vangelo secondo Letta anche la Costituzione stracciata, stuprata e vilipesa nei suoi diritti naturali e fondamentali è libertà, e pensare che fino ad oggi avevo creduto che alcuni diritti fossero inviolabili, che stupido che sono stato, evidentemente non ho frequentato i salotti parigini. Parafrasando e abusando ancora di Giorgio Gaber: la libertà non è uno spazio libero, libertà è sottomissione.