Imitare Belluno? Considerazioni propositive sull’esito negativo dei sondaggi nei confronti degli amministratori ternani.
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gladiatore
Il giorno dopo della comunicazione ufficiale del sondaggio che mette al novantesimo posto il gradimento degli elettori ternani rispetto al loro presidente della provincia e leggendo sui giornali notizie come questa http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo500330.shtml in cui con ben altro orgoglio e spirito di inziativa, i cittadini Bellunesi esprimono la loro volontà di cambiare regione, stanchi di essere considerati gli ultimi del Veneto, … Verrebbe da porsi il problema, se il futuro della provincia di Terni non possa essere più vicino a Roma che a Perugia?

Questo perchè il sopracitato risultato negativo non sarebbe, secondo me, da addebitarsi solo alla poco incisiva azione politica del presidente della provincia e della sua giunta, ma anche all’istituzione in sè la cui azione i cittadini sentono sempre più lontana dai loro problemi pratici e quotidiani e al peso poltico assai scarso che la provincia di Terni ha in regione rispetto a quella di Perugia, peso che si traduce in distribuzioni di risorse assai diverse e non sempre eque tra i due territori e che penalizza zone come quelle dell’orvietano che sono ai margini di un provincia periferica.

Direi di più, non sarebbe meglio se il territorio di Terni e dell’Orvietano fossero inglobati in una super-provincia che escludesse il comune di Roma e comprendesse  i terrritori del nord della provincia romana, del reatino e del viterbese, nell’ottica di una riforma delle provincie, abbandonata (speriamo solo temporaneamente) per il coro di proteste nate dal discutibile criterio proposto ma non utilizzato (numero degli abitanti salvo vicinanza con una nazione straniera), ma che potrebbe essere ripresa in considerazione nel caso che la legislatura prosegua e spinga l’acceleratore sul federalismo.

L’unione di questi territori potrebbe dare maggior forza politica al paventato trasferimento dell’aereoporto da Ciampino a Viterbo e al completamento della tratta stradale e ferroviaria Viterbo-Civitavecchia.  Due eventi questi che darebbero un impulso economico e produttivo non solo al territorio Ternano e Orvietano ma anche a quello dell’altra parte dell’Umbria che a quanto pare è meglio governata a Nord che a Sud, pur essendo Nord e Sud dell’Umbria di medesimo colore politico.

Insomma la famosa frase del sempre più rimpianto prof. Ciaurro, che godeva e gode tutt’oggi di ben altra popolarità dei suoi successori, “Con Perugia se possibile, con Roma se necessario” rimane sempre più attuale perchè è quest’avvicinamento a Roma è quanto mai necessario, per passare questa crisi che ci attanaglia, per costruire una prospettiva diversa alla provincia di Terni. Guardare verso Roma e cercare per quanto possibile, pur nella totale assenza di rappresentanti ternani nel parlamento nazionale, di non essere solo spettatori passivi delle decisioni che si prendono sul nostro territorio.