Marco Cocceio Nerva
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Divenne console sotto Vespasiano, nel 71, e poi sotto Domiziano, nel 90. Nel 96 ebbe un ruolo importante nella organizzazione del complotto ordito contro il fratello di Tito. La sua ascesa al potere, seppure appoggiata dal Senato, avviene in un momento non facile, piuttosto comune a Roma, e Marco adotta subito una politica di riconciliazione e di riforme socio economiche, partecipando anche con il proprio patrimonio personale alla distribuzione delle terre alle classi più disagiate, una sorta di riforma agraria. Fu l’ultimo imperatore italiano sia di nascita che di famiglia. Quando fu organizzata la congiura contro Domiziano, Nerva accolse la richiesta di divenirne il successore, in qualità senatore anziano, estremamente, ritenuto una persona mite. Quindi alla morte di Domiziano, Nerva fu acclamato imperatore in senato da tutte le classi, le cui speranze non andarono deluse. Ispirandosi a Tacito, nel suo breve regno fuse le idee di impero, di libertà e di pace, dando inizio ad un secolo poi considerato d’oro. Fece cessare le persecuzioni contro i cristiani, consentì agli esiliati di rientrare a Roma, abolì i processi di lesa maestà, alleggerì la pressione fiscale nei confronti degli Ebrei, reintegrò il Senato nelle sue prerogative, prodigò sue terre e denari per soccorrere i poveri ma fu molto duro contro i delatori. Iniziò un programma edilizio ambizioso. Fece sistemare l’acquedotto, ampliò ed ammodernò le strutture, la rete viaria e completò il Foro.

Fu addirittura giudicato troppo mite dal Senato e subì una congiura che venne sventata esiliando a Taranto il suo capo, il senatore Calpurnio Crasso. Nel 97 fu console per la terza volta e gli fu collega Virginio Rufo. In età ormai avanzata adottò un figlio, che non scelse nella propria famiglia, Marco Ulpio Traiano comandante delle legioni sul Reno, appena reduce da una vittoria in Pannonia, che valse a quest’ultimo l’appellativo di Cesare Germanico, lo fece tribuno e proconsole. Di nuovo Nerva fu console con Traiano nel 98, ma dopo solo tre mesi morì. Ebbe esequie di grande onore volute dal suo successore. Le sue ceneri furono poste nel mausoleo di Augusto.

La benevolenza del popolo e dei potenti per quest’uomo è testimoniata anche dalla ricca iconografia dell’imperatore, raffigurato in innumerevoli statue e busti, arrivati fino a noi e visibili nei vari musei, e monete dell’epoca, seppure il periodo in cui fu in carica fu veramente breve. Alcune città Europee curano ancora il culto del suo nome, una città Spagnola si chiama Nerva, mentre la città inglese di Gloucester ha recentemente ricostruito una statua equestre dell’imperatore Cocceio Nerva.