Rino Formica
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Importante esponente del PSI, particolarmente nel periodo della segreteria di Bettino Craxi, varie volte ministro, particolarmente ricordato per la sua guida del Ministro delle Finanze nel primo e nel secondo governo Spadolini, spesso in conflitto con Beniamino Andreatta, allora Ministro del Tesoro.

Tra le sue considerazioni sulla politica si ricorda quella, mai attuale quanto in questo momento: “la politica è sangue e merda“, o: “il convento è povero, ma i monaci sono ricchi“, quest’ultima riferita ai problemi finanziari del PSI, a fronte del dispendioso stile di vita di taluni dirigenti del partito. Quanto azzeccata fu la sua uscita in occasione dell’ultima Assemblea Nazionale del PSI, nel 1991, che fu definita come una “corte di nani e ballerine“, battuta riferita ai personaggi dello spettacolo e della cultura che componevano allora l’assemblea.
Nel febbraio del 1993, dopo le dimissioni di Bettino Craxi dalla segreteria del partito, Formica sostiene Martelli per una sua candidatura, la segreteria passa invece prima a Benvenuto poi a Del Turco. Alle elezioni del 1994 non viene rieletto.
Esce dalla scena politica contemporaneamente alla fine del PSI, provocata dell’operazione Tangentopoli, che vide coinvolti molti esponenti socialisti. I suoi conti con Tangentopoli li chiuse in un processo a Bari, che lo vide uscirne assolto, dopo un processo durato quattro anni e due settimane di arresti domiciliari.  Era stato accusato di corruzione e illecito finanziamento ai partiti per avere intascato una presunta tangente da mezzo miliardo elargita dall’imprenditore della sanità privata barese Francesco Cavallari.
Preferì non accasarsi, come fecero altri suoi colleghi di partito, con Forza Italia o con i DS, come una specie di Cincinnato intellettuale si ritirò per dedicarsi ai suoi studi e non si ripresentò più come candidato alle elezioni.
Sulla vicenda di Man Pulite ebbe a dichiarare: “Insomma, quella fase andava chiusa con la liquidazione del Psi” – “Quando una piccola potenza fa la politica di una grande potenza, nei momenti di difficoltà dei potenti può trovare spazio. Ma quando il potente può fartela pagare, te la fa pagare” (La Stampa, 09/12/2008). Sul piano denominato Rinascita Democratica di Gelli ha commentato: “Il piano non è per nulla un elenco di azioni eversive. Bisogna essere onesti: il piano di rinascita è il piano comune che hanno sia il Pd che Berlusconi. Un giorno ero con Macaluso e leggemmo una presa di posizione del Pd. Commentammo: -Ma questo è il piano di Gelli!” (Ibidem). Sulla politica italiana attuale: “Berlusconi è l’interprete delle tendenze di fondo del Paese. Ordina un sondaggio, legge i risultati e si adegua. Ai miei tempi compito della politica non era conoscere la realtà, ma forzare il corso delle cose. Adesso si sta dietro il corso delle cose.” (Ibidem).

Dopo essersi lungamente tenuto fuori dalla diaspora socialista, nel 2003 ha fondato, insieme ad altri ex dirigenti del PSI, un nuovo movimento politico chiamato Socialismo è Libertà,  collocato nel centro sinistra, che ha scartato l’ipotesi di accordi con il Nuovo PSI e con lo SDI di Boselli. Distante dalla Rosa nel Pugno e contrario al coinvolgimento dei socialisti nel Partito Democratico, Rino Formica è Presidente del movimento Socialismo è Libertà e ha aderito al Partito Socialista.