Rossi di vergogna. La sanitopoli umbra
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(Simona Montesi, © 2019)

In una sua opera Jean Paul Sartre fa a sostenere ad uno dei personaggi che, chi svolge una attività politica , non può fare a meno di sporcarsi le mani. Anche nell’esercizio della attività medica entra in gioco la morale. Quando questi due settori si incrociano, si sovrappongono, interagiscono, si ottiene una amplificazione della questione morale. Ma la morale della politica è quella sociale, mentre la morale in medicina è individuale. I doveri verso gli altri e quelli verso se stessi (N. Bobbio, 1986).

Nel leggere i testi delle intercettazioni dello scandalo dei concorsi sanitari in Umbria si rabbrividisce, si rabbrividisce anche nel sentire alcuni politici dell’opposizione sostenere che questo sistema è consolidato da almeno un trentennio. Ma allora la politica cosa ha fatto in questi trent’anni per la sanità umbra? Ha forse accettato passivamente il sistema. Senza scardinarlo di un solo chiodo.

Abbiamo constatato che la salute , bene primario , è stata scelta dalla politica come tramite e strumento di marketing per una infernale fabbrica di voti. Ma come mai il vaso di Pandora si è scoperchiato ora? Si è scoperchiato per farne altro strumento di marketing politico.

In mezzo a questa tempesta che infuria in Umbria ci sono anche i medici, tutti. Quelli che hanno scelto di usare i politici per la loro carriera, quelli che rinunciandovi hanno scelto il silenzio, quelli che hanno scelto la fuga dal meccanismo infernale e sono emigrati in luoghi più meritocratici.

E poi ci sono i cittadini umbri. Quelli che aspettano ore di fronte alla porta del loro medico, quelli che aspettano mesi per effettuare un esame diagnostico, quelli che prendono il numero allo sportello del CUP stropicciandolo in mano e contando minuti di attesa estenuanti, quelli che migrano per trovare una sanità diversa da quella locale.

Certo è che negli ultimi anni i cittadini umbri sono dovuti diventare ancor più pazienti. Cittadini ai quali i politici e amministratori della sanità umbra avrebbero dovuto dedicare tutte le ore del loro lavoro, tutte le risorse intellettuali , tutte le battaglie professionali e politiche.

E invece no. I rossi politici Umbri erano dedicati a stilare liste di promuovendi, a tessere le tele di ragno dei favori per sostenere il loro potere e la struttura elettorale di un sistema politico inefficiente ed inefficace per la popolazione, che ha portato la rossa Sinistra Umbra ad agonici spasmi di morte.

La sinistra ha dimenticato se stessa e la sua mission.

Quando un meccanismo ricattatorio così intenso si crea, i ricattatori diventano essi stessi ricattati. Tanto da perseverare in attività illecite oltre ogni presa d’atto che sarebbero stati scoperti e avrebbero comunque dovuto rinunciare al loro potere di fronte agli inquirenti.

In questa resa dei conti degli ultimi giorni, tra articoli giornalistici, interviste e rivelazioni i veri sconfitti sono gli utenti della sanità, coloro cui si sarebbe dovuta dedicare tutta l’attenzione, tutte le risorse, tutte le competenze. E non è che sia molto difficile dedicarcisi ed organizzare una efficientizzazione dei servizi sanitari, perché l’intera cittadinanza umbra è pari a quella di una media provincia del nord Italia, per esempio la provincia di Monza.

La mission di soddisfare le richieste riguardanti la salute del cittadino è stata per anni tradita e si continua a rinunciare alle cure perché il cittadino non può pagarsi una assistenza sanitaria privata, si continua a migrare in ospedali lontani centinaia di chilometri per accorciare i tempi degli esami e delle terapie, si continua a tollerare il sofferto passaggio attraverso la cruna dell’ago delle liste di attesa, si continua pagare un Sistema Sanitario Nazionale che di nazionale non ha nulla, perché quello che succede qui in Umbria non è successo in altre regioni .

Speriamo che coloro che avrebbero potuto fare e non hanno fatto il loro dovere si vergognino. Perché se il cittadino ti paga è tuo dovere lavorare per lui. Speriamo che i dirigenti rossi dell’Umbria metabolizzino ciò che hanno prodotto, perché almeno la vergogna testimonierebbe una presa di coscienza della gravità di quanto si è commesso .

Sentiamo parole arroganti da parte della presidente Marini che commentava le sue dimissioni e vediamo il suo viso beffardamente sorridente. Speriamo che lei e gli altri rossi collaboratori di partito, chissà quando, diventino rossi di vergogna.

 

Bibliografia

 

Norberto Bobbio, Etica e politica, MicroMega, 4/1986.