Sulla tassa dei Consorzi di Bonifica – Terni è un caso emblematico, bocciati i ricorsi
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Teniamo conto inoltre che la sentenza della Corte di Cassazione n. 326 del 1998 ha stabilito che “le attività di bonifica fanno parte della più ampia azione pubblica per la difesa del suolo”, affermando il principio secondo il quale, passata l’era delle bonifiche integrali di mussoliniana memoria, è sorta una più vasta esigenza di difesa del territorio, per la tutela di una pluralità di interessi socio-economici, di gran lunga travalicante l’obiettivo della produttività dei terreni agricoli. Le opere idrauliche e i corsi d’acqua affidati per la manutenzione e l’esercizio ai consorzi di bonifica, riguardano per tanta parte territori che sono divenuti oggetto di insediamenti urbani o di attività industriali di rilevanti proporzioni. Si tratta quindi di servizi di pubblica utilità ed il loro buon funzionamento diventa determinante non solo per gli interessi degli agricoltori, ma per tutta la comunità, cioè per la generalità dei cittadini.

 

Ultimo elemento di riflessione, in molti casi questo tipo di ricorsi in sede giudiziale si sono ritorti contro gli istanti, condannati al pagamento del tributo e delle spese processuali, che sono un grosso multiplo del cosiddetto “balzello” al quale si volevano sottrarre, circa 1000 euro.
Riflettano i sobillatori, una operazione demagogica, e dal sapore di campagna elettorale, può ritorcersi contro come un pesantissimo boomerang, e poi cosa metteranno in testa in futuro agli ignari che li seguono su questo percorso accidentato, che sono inique le imposte pagate per la salute pubblica, che bisogna chiudere altri “baracconi” tipo ospedali, farmacie pubbliche, scuole pubbliche, e cos’altro.
Il patrimonio di grande efficienza, professionalità e conoscenze accumulato dagli uomini e dalle donne del Consorzio di Bonifica può essere razionalizzato e riformato con una legge regionale, certamente non può essere distrutto perché qualcuno non ha argomenti politici per mettersi in mostra agli occhi delle folle detentrici del potere di voto elettorale.

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Ed ecco cosa è successo a distanza di nemmeno 4 mesi

(Da: Il Giornale dell’Umbria, 18, giugno, 2009)

Questi sono i risultati elettorali della lista civica che sosteneva l’abolizione del tributo, un misero 0,2 %, della serie, “la demagogia populista, in quanto presa per il culo, comincia a non pagare più“:

(Da: http://www.repubblica.it/speciale/2009/elezioni/comunali/terni.html)

Per approfondimenti: