(Generale B. Ris. Aldebrano Micheli) La scorsa domenica è stato ricordato il 4 Novembre; io non me ne sono accorto. Il 4 novembre del 1918 dopo 41 mesi di aspri combattimenti ed indicibili sofferenze, segnò la fine, sul fronte italiano, di una terribile guerra che vide cadere 651.000 soldati e 589.000 civili moltissimi dei quali giovani e giovanissimi. Coloro che poterono riabbracciare i propri cari erano riusciti a sopravvivere ai rigidi inverni nelle trincee dove scarso era il cibo e pessime le condizioni igieniche. Fu una guerra lunga, dura e devastante;
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La storia delle idee
La storia delle idee e la storia delle azioni corrono su binari paralleli che raramente si incontrano, restituire un'anima alla politica significa restituirle la forza delle idee, liberarla da quel preoccupante abbraccio con le lobbies economico finanziarie che, palesatosi dalla fine degli anni 80, ha portato in breve il sistema politico italiano alla tragica Caporetto di Tangentopoli, e alle disfatte odierne. Compito degli intellettuali è quello di individuare i nessi tra economia ed etica, di mediare tra il darwinismo sociale del laissez faire e il totalitarismo politico sociale dello stato, tenuto conto del fatto che comunque uno stato sano non sarà mai uno stato minimo. Una società non può esistere senza che vi si inserisca in qualche punto in freno della volontà e degli appetiti sfrenati. Occorre tornare alla guida delle idee, abbandonare i tecnicismi tattici della politica odierna, riappropriarsi della capacità progettuale che fu una delle risorse d'eccellenza della cosiddetta Prima Repubblica.