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copertina parco nerino

L’Heritage Manager del Centro Studi Malfatti, Gen. Aldebrano Micheli, ha presentato nei giorni scorsi al Ministero dei Beni Culturali l’istanza di avvio del procedimento per la dichiarazione di manifestazione di interesse culturale per l’area dell’ex Lanificio Gruber di Terni, dei suoi edifici residui e della imponente struttura terminale del Canale Nerino, con i suoi ampi condotti sdotterranei, secondo quanto previsto dal D.Lgs. n. 42/2004. Il provvedimento segue analoghe istanze formalmente presentate negli ultimi mesi al Ministero, per quanto riguarda le centrali di Cervara e dei suoi grandi bacini di adduzione, edificati all’inizio del XX secolo per volontà dell’ingegner Cassian Bon, uno dei primi grandi industriali che fecero della piccola cittadina la Manchester d’Italia, e per gli edifici residui dell’ex gazometro di Terni, che rischiano una prossima distruzione per colpa delle solite inutili e incommerciabili speculazioni edilizie. Per l’area dell’ex Lanificio Gruber il Centro Studi Malfatti ha presentato nel 2013 una proposta di variante del Piano Regolatore al fine di realizzare, utilizzando le volumetrie esistenti, in questo pregevole sito un deposito comprensoriale degli archivi aziendali, i quali non possono più trovare spazio all’interno dell’Archivio di Stato, e anzi già oggi sono ospitati in vari ambienti di fortuna. Purtroppo la ferma volontà di cementificare tutto è ormai chiara, tante sono state le versioni fornite per le finalità di impiego degi palazzi da costruire in questa area. In un primo momento dovevano essere ad uso della popolazione anziana, poi per generiche finalità sociali, oggi per un anglosassone “social housing”, insomma non importa per fare cosa, l’importante sembra essere la ferma volontà di cementificare, invece di progettare un parco del Canale Nerino, forse la prima vera realizzazione per celebrare l’industrializzaizone e il lavoro di generazioni di lavoratori e imprenditori illuminati. I quattro edifici previsti eliminerebbero per sempre la possibilità di valorizzare una importante testimonianza di archeologia industriale, imprigionando tra i palazzi il magnifico e imponente bastione finale del Nerino, le loro fondamenta distruggerebbero per sempre i grandi canali sotterranei di reimmisisone della parte terminale del Canale e, danno non meno importante, cementificherebbero un importante polmone verde per la città. Non si capisce quale possa essere il beneficio collettivo di questa iniziativa, mentre è facilmente intuibile quale possa essere il tornaconto per i costruttori.

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