Terni, il qualunquismo in politica. Il tea party degli abolizionisti
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Non solo sbagliano clamorosamente i tempi e i modi, ma tradiscono le loro stesse origini ideologiche, quasi tutti provenienti da esperienze politiche di sinistra o centro sinistra, ma opportunamente trasformati in neoliberisti sfrenati, una sorta di piccoli Tremonti dell’epoca della costituzione di Forza Italia, predicatori del verbo “meno tasse e meno servizi per tutti”. Suppongo che, scontati come sono, la loro prossima mossa, o discesa in campo, sarà la richiesta di vendita delle società di servizi possedute dagli enti locali, o public utilities, come si dice oggi nella lingua ufficiale dell’economia (che significa servizi dei trasporti pubblici, acqua, smaltimento rifiuti, ecc.).

Per tornare al mio consiglio, il tea party ternano si potrebbe occupare di questioni più utili alle famiglie, ad esempio, della sentenza della Corte di Cassazione, la n. 238/2009, con la quale è stata esclusa l’imponibilità ai fini IVA di TARSU e TIA, perciò  l’IVA del 10%, normalmente addebitata sulle bollette della tassa sui rifiuti, è illegittima. La Corte di Cassazione, allineandosi con l’orientamento degli altri Paesi dell’Unione europea, ha stabilito che il corrispettivo che i cittadini devono pagare per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, è una tassa e non una tariffa. Se fosse una tariffa, l’IVA sarebbe applicabile, ma essendo una tassa non è legittimo.

Si potrà chiedere il rimborso immediato al Comune o alle società appaltatrici che gestiscono il servizio. Il risarcimento può essere richiesto per un massimo di 10 anni e per ogni anno di IVA ingiustamente pagata.

Noi alleghiamo il modulo da usare per richiedere il rimborso dell’IVA indebitamente corrisposta.

 

Modulo rimborso IVA