11 maggio manifestazione nazionale a Roma contro l’h16. No alla privatizzazione della sanità pubblica.
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chomsky sanita

PERCHE’ ADERIRE ALLA MANIFESTAZIONE DI MERCOLEDÌ 11 MAGGIO ORE 9 IN PIAZZA MONTECITORIO? (Simona Montesi)

Alla luce del nuovo atto di indirizzo, il nuovo ACN dovrebbe comportare un’assistenza medica H16. Medicina generale e continuità assistenziale convergerebbero in un “ipotetico” ruolo unico. Tanti sono però i dubbi:

CHI GARANTIRÀ L’ASSISTENZA NOTTURNA DALLE 24 ALLE 8 AI CITTADINI?

COSA FARÀ IL MEDICO DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE ALL’INTERNO DELLE AFT?

QUALE FUTURO PER I GIOVANI COLLEGHI IN FORMAZIONE E IN POSSESSO DEL CFSMG?

PROGRESSIVA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA?

ECCO ALCUNI DEI MOTIVI CHE POTETE RAPIDAMENTE LEGGERE.

Alla luce del nuovo atto di indirizzo, il nuovo ACN dovrebbe comportare un’assistenza medica H16. Medicina generale e continuità assistenziale convergerebbero in un “ipotetico” ruolo unico. Tanti sono però i dubbi:

CHI GARANTIRÀ L’ASSISTENZA NOTTURNA DALLE 24 ALLE 8 AI CITTADINI?

Da quanto previsto, tutta l’assistenza notturna ricadrà sul 118. Ricordiamo che già adesso il 118 risulta essere ampiamente sottorganico e chi ci lavora lo fa con rapporti di lavoro che vanno dalla dipendenza in alcune regione alla convenzione in tante altre. Molto è affidato a cooperative private o pseudoonlus che sottopagano il personale. È ipotizzabile che il 118 possa assicurare assistenza notturna dai codici rossi a quelli bianchi passando per eventuali tso? Cosa succederà ad un cittadino che avrà bisogno di un intervento medico durante la notte? Potrà ritrovarsi ad essere assistito da personale medico a bordo di un’ambulanza medicalizzata ma il più delle volte si ritroverà, dopo lunghe attese, ad esser soccorso da personale infermieristico. In quel caso dovrà inevitabilmente essere trasportato in pronto soccorso anche per patologie gestibili a domicilio, a meno che non vi sia l’intento (già più volte manifestato) di aumentare il potere degli infermieri in virtù di una formazione infermieristica che richiede un esborso economico minore rispetto a quella medica. In pratica si dequalifica ulteriormente la figura del medico e si offre al cittadino un servizio dalla qualità ridotta.

COSA FARÀ IL MEDICO DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE ALL’INTERNO DELLE AFT?

Il ruolo unico, teoricamente, dovrebbe assicurare un’equivalenza tra quota capitaria e quota oraria. Non potendo acquisire “scelte” all’interno dell’Aft è verosimile che chi attualmente svolge attività di continuità assistenziale continuerà a svolgere attività a quota oraria. Chi sceglierà cosa fare? A farlo saranno i coordinatori AFT, colleghi che, pur dovendo avere parità di ruolo, sono investiti di potere decisionale e la cui retribuzione (in virtù di un accordo nato ad isorisorse) è ricavata dal sacrificio della guardia medica e dell’assistenza notturna. Nascondendosi dietro una ridotta disponibilità di fondi, si sceglie di destinarne una buona parte alla retribuzione dei coordinatori sacrificando la continuità assistenziale e tutti i colleghi che ogni giorno, tra innumerevoli sacrifici, svolgono diligentemente il proprio lavoro. Potranno quindi, i suddetti coordinatori, decidere di far ricoprire gli orari scomodi (come già emerso in quale intervista) o assicurare attività dell’ex medicina dei servizi, o come medico prelevatore, al SERT, nelle carceri e ovunque ci sia un “buco” da dover tappare. A parole, chi sostiene l’atto di indirizzo parla di “prendersi cura delle cronicità”. In che modo? Svolgendo ADP e ADI che non saranno più retribuite ai MMG? Oppure si pensa che il governo possa retribuire due medici per svolgere le stesse mansioni?

QUALE FUTURO PER I GIOVANI COLLEGHI IN FORMAZIONE E IN POSSESSO DEL CFSMG?

L’attuale atto di indirizzo avverrà espressamente con “cessazione degli incarichi”. Ciò vuol dire che non saranno più assegnati incarichi di reperibilità e sostituzione. Niente più possibilità di lavorare e/o acquisire punteggio, in un contesto in cui all’interno delle aft, i medici presenti copriranno tra loro le varie fasce orarie. Si aspetterà quindi la tanto attesa “gobba pensionistica”, ma a che prezzo? Basti pensare a quelle regioni in cui l’attesa per l’accesso alla convenzione è già di svariati anni. Ma nonostante ciò, c’è chi sostiene che sottraendo otto ore al giorno all’assistenza si finirà per lavorare di più: un paradosso.

PROGRESSIVA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA?

L’assistenza affidata al 118 nelle ore notturne, a meno che non si voglia potenziare il servizio dell’emergenza, il cui costo sarebbe di gran lunga superiore a quello del mantenimento di un’assistenza h24, apre la strada alla formazione di cooperative e guardie mediche private notturne. Il cittadino continuerà a pagare le stesse tasse ma un servizio gratuito diventerà a pagamento. Il diritto costituzionale alla tutela della salute sarà in poco tempo ridimensionato a favore di una crescente privatizzazione. Chi lavorerà nel settore privato? Con quali tutele? Sarà il pretesto per collocare, sottopagandoli, tutti i giovani medici ai quali oggi non si riesce ad assicurare di terminare il proprio percorso formativo per entrare a far parte del SSN?

Per tutti questi motivi lo SMI chiede a te cittadino, medico in formazione, collega di continuità assistenziale, dell’emergenza territoriale e ad ogni figura medica di scendere in piazza l’11 Maggio a Roma per dire NO all’ulteriore smantellamento della sanità pubblica.

Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla“.