Cento anni dalla Prima Guerra Mondiale
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(Copertina incisione di Massimo Zavoli, 2018)

La Grande Guerra viene analizzata in questo libro con lo scopo di rispondere a due esigenze fondamentali, narrare in modo chiaro e semplice le principali fasi del conflitto, di questa parte si è occupato il Generale Aldebrano Micheli, e indagare gli interessi economici che hanno innescato quella tragedia, compito assegnato alla sintesi di Danilo Stentella.

Aldebrano Micheli, con il supporto redazionale di Sergio Dotto, ha analizzato sotto il profilo strategico le cause scatenanti, individuando importanti nessi con le conseguenze del trattato di Francoforte (1871), con il quale fu chiusa la guerra Franco Prussiana, ha inoltre delineato l’evoluzione dei fatti bellici spiegandone in modo chiaro ed essenziale i vari passaggi, declinando in una stimolante narrazione una sequenza storica che normalmente avrebbe richiesto un numero veramente ragguardevole di pagine, rendendo altresì fruibile quella conoscenza anche a un pubblico non specialistico.

Danilo Stentella ha scomposto criticamente le cause economiche e politiche della guerra, evidenziando innanzitutto come questa sia esplosa, casualità della sorte (?), proprio quando si stava per costituire il primo embrione di unione economica europea, attraverso una unione doganale tra Impero austro ungarico, Belgio e Germania, un patto che se fosse stato in grado di catalizzato la partecipazione delle altre grandi nazioni avrebbe consentito la costruzione di un percorso di pace e prosperità, oltre che un sodalizio economico fortemente competitivo a livello mondiale. In questa seconda sezione è analizzato il ruolo politico del sionismo tedesco e internazionale, che nonostante gli abboccamenti diplomatici tentati da tutte le parti belligeranti lavorò febbrilmente per favorire in ogni modo la prosecuzione della guerra e, soprattutto, l’occupazione della Palestina da parte della potenza britannica a danno dei turchi, al fine di consegnarla agli ebrei per farne la loro nazione, nonostante quei territori fossero la casa di un altro popolo. Inoltre viene evidenziato l’opportunismo della finanza ebraica, la quale, mentre milioni di poveracci si uccidevano sui campi di battaglia in nome della difesa della patria, con le sedi bancarie Rothschild di Vienna finanziava gli austriaci e i tedeschi mentre Alphonse James Rothschild, che si era trasferito a Bordeaux, prestava denari a Francia e Regno Unito. Intanto i cugini ebrei londinesi in concorso con le banche ebraiche americane univano l’utile al dilettevole speculando sul Franco Francese, in un concerto di pragmatismo finanziario che non è dissimile da quello che sta tragicamente trasformando il mondo attuale, compromettendo ancora una volta mete di pace ed equità sociale faticosamente raggiunte.

Il libro può essere acquistato sulla piattaforma Streetlib

(Distribuito gratuitamente ai soci del Centro Studi Malfatti)