Terni – Convento di Colle dell’Oro, un monumento in rovina
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La sua edificazione sembra risalire alla prima metà del XV secolo (1434 secondo un breve del Papa Eugenio IV). Al 1441 è databile la richiesta dei frati Minori Osservanti alla municipalità ternana per ottenere un luogo dove erigere il cenobio. S. Bernardino da Siena vi soggiornò alcuni anni. Tre secoli dopo la sua costruzione vi dimorò il Beato Leopoldo da Gaiche, il cui corpo è oggi conservato presso l’eremo di Monteluco a Spoleto.
Nei secoli il convento si sviluppò fino ad ospitare circa 80 frati, comprendeva un collegio per i novizi, uno per gli studenti ed una fabbrica per la lavorazione della lana.
Nel 1870 il complesso passò nella proprietà dello Stato italiano che in seguito cedette al comune la parte conventuale, mentre la chiesa ed una piccola porzione conventuale furono restituite alla Diocesi. Nei primi anni del Novecento il Comune trasformò la sua destinazione da stazione stiva del Convitto Comunale a casa di riposo per anziani, con una capienza di circa 80 ospiti.
La chiesa è stata recentemente sottoposta ad un sapiente restauro, mentre la parte conventuale, passata da casa di riposo a comunità terapeutica per le tossicodipendenze, è stata poi completamente abbandonata e versa nella più assoluta rovina. I tetti sono crollati e l’acqua meteorica compromette la staticità stessa dell’edificio, mentre i bellissimi affreschi dell’antico refettorio monastico si stanno irrimediabilmente deteriorando.
Ci sembra che lo stato di abbandono, quando non di uso speculativo, del patrimonio culturale e di archeologia industriale del nostro territorio abbia ormai raggiunto un punto di non ritorno, che impone un’azione responsabile delle organizzazioni di volontariato espresse dalla società civile, se occorre anche di una serie di azioni giudiziali. Non tutto può passare sulla testa dei cittadini in nome dell’amministrazione, a meno che non sia un’ottima amministrazione della cosa pubblica, del patrimonio storico, del paesaggio urbano e rurale e di tutti, ma tutti gli interessi economici e culturali di una collettività.

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Da Il Giornale dell’Umbria, 10, nov, 2008, p.1

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Da Il Giornale dell’Umbria, 10, nov, 2008, p. 9