Giorgio  Spitella
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COMMEMORAZIONE IN ONORE DEL SEN. GIORGIO SPITELLA

Discorso pronunciato dal Presidente della Camera dei Deputati on. Pier Ferdinando Casini in onore del sen. Giorgio Spitella, Perugia, 9 aprile 2002

Cari amici, è trascorso un anno dalla scomparsa del senatore Giorgio Spitella. Ricordarlo qui, oggi, significa, innanzitutto, rievocare un percorso di vita coerentemente ispirato alla lezione di un cattolicesimo sociale e politico modulato secondo quei valori e ideali che furono il cuore dell’esperienza democratico-cristiana.
Il suo lungo impegno politico inizia nel 1956, come segretario provinciale della Democrazia Cristiana di Perugia, me è preceduto da una lunga ed appassionata esperienza di militanza nella Gioventù Italiana di Azione Cattolica umbra collegata alla fitta rete organizzativa ed operativa delle numerose altre organizzazioni dell’associazionismo cattolico degli anni dell’immediato dopoguerra, tutte riconducibili nel più vasto ed organico ambito di attività dell’Azione Cattolica.
Fu, per lui, un’esperienza di intensa attività e di vivace entusiasmo sul piano della militanza politica e sociale alla quale, spesso ed in età già matura, egli amerà far risalire i suoi ricordi, in un misto di emozione e di rimpianto.
Negli anni ’40, si consolidava nel nostro Paese la convinzione della necessità di un grande partito cattolico, capace di raccogliere e vincere la sfida dei partiti di massa socialista e comunista che avevano egemonizzato la guida del movimento di liberazione nazionale e che alimentavano un pericoloso spirito anticlericale. Fu Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI ed all’epoca sostituto della Segreteria di Stato vaticana, il grande alleato di De Gasperi nel progetto di costruzione della DC.
L’Azione Cattolica era consapevole del dovere morale, religioso e sociale di dare un proprio contributo, spirituale ed organizzativo, in vista di quell’obiettivo, e di partecipare attivamente alla ricostruzione, non solo materiale, ma ideale e morale innanzitutto, di un Paese la cui democrazia era stata mortificata da un ventennio fascista. “O con Cristo o contro Cristo; o con la sua Chiesa o contro la Chiesa“, ammoniva Pio XII durante un’infiammata omelia in piazza S.Pietro.
Il momento elettorale dell’aprile del 1948 si avvicinava e l’impegno sul fronte anticomunista era teso a quella “mobilitazione generale dei cattolici” alla quale instancabilmente richiamava padre Riccardo Lombardi, il cosiddetto “microfono di Dio“. E’ l’epoca dei “baschi verdi” mobilitati dalle grandi manifestazioni organizzate in occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Gioventù Cattolica. Tra questi giovani cattolici, che avvertivano profondamente ed in prima persona il senso della chiamata ai doveri civili e religiosi e che percepivano intensamente la necessità di testimoniare al Pontefice una presenza viva e vitale, è possibile anche rintracciare la frenetica attività del giovane umbro Giorgio Spitella.
Dal ricco patrimonio ideale e spirituale di quelli, che lo stesso Spitella definì “anni indimenticabili“, di intenso impegno organizzativo e di frenetico apostolato, il nostro amico ereditò un inesauribile entusiasmo politico che avrebbe sostenuto tutta la sua successiva lunga esperienza parlamentare e governativa.
Fu eletto consigliere regionale dal 1956 al 1967, anno in cui venne nominato vicesegretario nazionale della Spes della DC. Venne eletto deputato per la prima volta del 1968 e riconfermato nel ’72, ricoprendo successivamente anche la carica di sottosegretario alla Pubblica istruzione del IV e V Governo Moro. Nel 1976 è eletto senatore, riconfermato quattro volte fino al 1987, facendo parte delle Commissioni Istruzione Pubblica, Beni Culturali; Affari esteri; dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa e della UEO. Fu sottosegretario ai Beni culturali e ambientali durante il terzo, quarto e quinto governo Andreotti.
Nel 1982 fu eletto rettore dell’Università italiana per gli stranieri di Perugia: una carica emblematica, questa, che lo legava a doppio filo alla sua amata regione d’origine e al mondo dei giovani e dell’istruzione che costituì, senza dubbio, il leit-motiv della sua riflessione politica e del suo impegno parlamentare.
Allo studio delle riforme del complesso universo della scuola egli dedicò, infatti, una instancabile attività ed una costante attenzione, orientando su questo tema i suoi ideali democratici e la sua passione culturale.Un serio processo di riforma su questo tema si poneva l’obiettivo, nella impostazione da lui proposta e difesa, della riedificazione della scuola come luogo di incontro fra diverse ideologie, come necessaria forma di partecipazione e di confronto di problemi, di idee e di soluzioni, come vero luogo di educazione qualificata, che, per un verso, fosse in grado di trasmettere ai giovani i valori della democrazia e della libertà.
Con grande scrupolo e rigore, egli difese il principio dell’autonomia quale fondamento ideale dell’insegnamento e della ricerca, di riqualificazione meritocratica contro i tentativi di appiattimento del livello degli studi, di apertura dell’università al mondo produttivo, di democratizzazione degli organi di governo della scuola, di coinvolgimento concreto delle famiglie per un corretto funzionamento della scuola.
Egli richiamava alla necessità di creare nella scuola un “sistema di reciproche tolleranze“, un luogo entro il quale liberamente si potessero esprimere, pur entro un quadro di generali garanzie democratiche costituzionalmente sancite, “tutte le forze ideologiche legittimamente operanti nella società nazionale“. E’ in questo quadro di appassionata attività di cattolico militante, di esperienza politica ispirata ad ideali di libertà e di democrazia mai accantonati ed affievoliti, ma anzi rinvigoriti e sperimentati nel quotidiano confronto con problematiche sociali ed attuali molto complesse, di approfondimento paziente e rigoroso della sua riflessione di parlamentare su tematiche ampie e articolate, come quella del grande processo riformatore della scuola e dell’università, che vogliamo collocare il ricordo di Giorgio Spitella.
Ci ha lasciato l’eredità preziosa di una memoria storica ancora molto viva nei nostri cuori e nella nostra mente e i un insegnamento spirituale e culturale al quale è tuttora possibile attingere valori ed ideali di una passione democristiana profonda e condivisa.