Giovane, precario e pronto ad emigrare pur di lavorare. Uno sguardo alla realtà occupazionale veramente esistente nel nostro Paese conferma ulteriormente questa equazione, sintomo evidente di uno Stato non in salute. I giovani, anche quelli che restano a casa, non sono “mammoni” o “bamboccioni” ma sono costretti ad esserlo per via di un mercato del lavoro asfittico e non sorretto da percorsi accademici disallineati. E’ questo il quadro che emerge da un’indagine della Fondazione Studi Consulenti del lavoro, categoria di professionisti nei cui studi sono gestiti oltre 7 milioni di rapporti di lavoro, che fotografa la realtà giovanile italiana, in questi giorni al centro dell’attenzione mediatica. Leggi qui l’articolo: Posto fisso/ La ricerca: i mammoni non esistono. Ma i figli dei ministri…
Mammoni, la noia del posto fisso, Goldman Sachs e altre storie
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La storia delle idee
La storia delle idee e la storia delle azioni corrono su binari paralleli che raramente si incontrano, restituire un'anima alla politica significa restituirle la forza delle idee, liberarla da quel preoccupante abbraccio con le lobbies economico finanziarie che, palesatosi dalla fine degli anni 80, ha portato in breve il sistema politico italiano alla tragica Caporetto di Tangentopoli, e alle disfatte odierne. Compito degli intellettuali è quello di individuare i nessi tra economia ed etica, di mediare tra il darwinismo sociale del laissez faire e il totalitarismo politico sociale dello stato, tenuto conto del fatto che comunque uno stato sano non sarà mai uno stato minimo. Una società non può esistere senza che vi si inserisca in qualche punto in freno della volontà e degli appetiti sfrenati. Occorre tornare alla guida delle idee, abbandonare i tecnicismi tattici della politica odierna, riappropriarsi della capacità progettuale che fu una delle risorse d'eccellenza della cosiddetta Prima Repubblica.