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(Sergio Dotto)

Prosegue la demolizione del patrimonio di archeologia industriale umbro, per fare posto, in quasi tutta la regione, a condomini e centri commerciali. Si tratta di un modello di sviluppo suicida. Una volta chiuse le grandi fabbriche regionali, come l’AST, resterà un deserto di cemento utilizzabile solo per girare film da Bronx, un paesaggio urbano anonimo e un po’ deantropizzato a causa dei naturali esodi lavorativi, che non potrà più parlare della storia etnografica di un territorio e di un popolo. Non che al resto del patrimonio culturale vada meglio. Basti pensare al rudere di Colle dell’Oro, fino a pochi anni fa un bellissimo edificio, già sede del primo orto botanico dei Lincei, nel cui antico refettorio monastico erano presenti dei pregevoli affreschi, cancellati dalle infiltrazioni idriche. Addio vecchia Terni, non sarai mai una piccola Parigi.

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