Un dirigente dei servizi finanziari: “di finanza derivata non sapevo nulla”
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Di finanza derivata non sapevo nulla

Il 2 marzo sono apparsi sui quotidiani locali articoli che riportano gli addebiti da parte della Corte dei Conti per un danno arrecato alle casse del Comune di Terni, per oltre 2 milioni di Euro. Il danno sarebbe stato generato attraverso un superficiale ed incompetente ricorso ad operazioni di finanza derivata. La cifra totale andrebbe ripartita tra le due giunte Raffaelli e Di Girolamo, seppure l’ammontare imputabile alla attuale amministrazione, pari a 6500 Euro, sembra riconducibile alla estinzione del rapporto, che avrebbe comportato un risparmio di alcune centinaia di migliaia di euro. Fatto veramente eclatante è che oltre ai vari assessori delle diverse giunte un danno superiore ai 200.000 euro viene addossato al dirigente Francesco Vista, il quale come riportato sempre dagli organi di stampa, ha dichiarato alla Guardia di Finanza che al momento della sottoscrizione non aveva una conoscenza della materia (“Di finanza derivata non sapevo nulla”) e perciò si era affidato alle informazioni fornite dalla banca proponente, poi beneficiaria dell’accordo. Adesso scaricare le colpe sul dirigente è  fin troppo facile. Il vero problema nasce dal fatto che un Comune come quello ternano non abbia avuto tra i suoi dipendenti professionalità capaci di capire in anticipo che tale operazione sarebbe stata potenzialmente dannosa, forse un laureato in economia avrebbe avuto qualche possibilità in più di valutazione. I vari amministratori interessati dell’addebito non essendo nemmeno loro specialisti in materia si sono fidati delle sommarie informazioni della banca, la quale metteva in mostra solo i vantaggi, tanto in caso di svantaggi a pagare erano i cittadini.  Senza addossare a nessuno colpe che forse erano evitabili, visto che il nostro municipio  è stato criticato per troppe e  facili consulenze concesse, in questo caso  sarebbe stato necessario, e mossa avveduta, rivolgersi ad un consulente esterno di indiscussa professionalità, per  valutare una operazione di lunga durata e di incerto guadagno. Inoltre sarebbe ora che quello di Terni, come moltissimi altri Comuni e  amministrazioni pubbliche della nostra amata Italia iniziasse ad avere dirigenti formati e specializzati nei settori di interesse, soprattutto in quelli nevralgici per l’attività finanziaria pubblica, e non continuasse in un modo  tutto italiano di nomina di dirigenti perché segnalati da partiti politici, sindacati o altre organizzazioni più o meno laiche, senza tener conto del merito e della preparazione.

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