Crescita, benessere e compiti dell’economia politica
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Lezione Magistrale del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi

Ancona, 5 novembre 2010

Il nome di Giorgio Fuà è intimamente legato agli studi sullo sviluppo economico. Lo ricordiamo come il responsabile del gruppo di lavoro italiano nelgrande progetto internazionale di ricerca sullo sviluppo dei paesi industrializzati coordinato da Simon Kuznets e Moses Abramovitz. A Fuà siamo debitori della ricostruzione dei conti economici per l’Italia unita, ancora oggi punto di riferimento per gli studiosi. Gli dobbiamo anche fondamentali approfondimenti metodologici, come lo studio sull’indice a catena del prodotto interno lordo italiano, pubblicato più di dieci anni prima che l’Istat lo adottasse. Al suo contributo farà riferimento la Banca d’Italia negli studi per celebrare il 150° anniversario dell’Unità del nostro paese. Fuà tenne uno dei suoi più importanti interventi in occasione della Lettura annuale dell’Associazione Il Mulino nel 19933. È da quel saggio che ho ripreso il titolo di questa mia relazione. Per Fuà il reddito nazionale e il benessere collettivo non sono la stessa cosa11. Il tema è di stretta attualità: se ne sono recentemente occupate la Commissione dell’Unione europea, in una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento Europeo12, e la Commission on the Measurement of Economic Performance and Social Progress, nominata dal Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy e presieduta da Joseph Stiglitz13. Viene prefigurata un’evoluzione dei sistemi statistici e un’estensione della contabilità nazionale che tengano conto degli aspetti distributivi, della ricchezza, della qualità della vita e dell’ambiente. Gli istituti nazionali di statistica, organismi internazionali come l’OCSE, hanno avviato dei programmi di lavoro che avranno implicazioni importanti per l’analisi e per la politica economica.

 

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