Giano Accame
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Giano Accame era nato a Stoccarda il 30 luglio del 1928, il padre era di origini liguri, la madre tedesca, il padre e il nonno furono ammiragli di Marina, gli avi furono armatori a Loano, in provincia di Savona. Si arruola nella Marina Militare della Repubblica Sociale Italiana all’età di 17 anni, il 25 aprile 1945, il giorno della Liberazione. La sua militanza nella RSI si interruppe prestissimo, fu catturato dai partigiani di Brescia subito dopo il suo arruolamento. Nel 1946 si iscrisse al Fronte degli Italiani, a Genova, fino alla confluenza nel Movimento Sociale Italiano, per il quale fondò numerose sezioni in Liguria, ricoprendo le cariche di dirigente regionale e nazionale fino al 1956, anno in cui abbandona la politica per il giornalismo. Scrisse per Tabula Rasa, giornale di opinione della destra e nel 1956 fu assunto come capo redattore del settimanale Cronaca Italiana nella redazione toscana. Nel 1958 entrò alla redazione de Il Borghese, dove rimase fino al 1968. Ben presto si guadagnò la fama di intellettuale scomodo, spesso polemico con la destra italiana. Fu segretario del Centro di Vita Italiana, presieduto da Ernesto De Marzio, nel quale organizzò una nitensa attività di discussine e incontro.

Dal 1964 al 1980 ricoprì l’incarico di direttore del settimanale Folla, poi divenuto Nuova Repubblica, organo ufficiale del movimento repubblicano di Randolfo Pacciardi. Sempre nel 1964 Sempre nel 1964 fu nominato segretario nazionale del movimento dell’Unione Democratica per la Nuova Repubblica, ancora al fianco di Pacciardi, insieme al quale promosse un intenso dibattito sulla Repubblica presidenziale e i suoi vantaggi. Nel 1969 ebbe una parentesi come editorialista e inviato alla redazione de Il Fiorino, presso il quale approfondì le sue conoscenze in campo economico. Ha collaborato con gli Annali dell’Economia Italiana di Epicarmo Corbino.
Nel 1988 fu chiamato alla direzione de Il Secolo d’Italia, organo di stampa del MSI, incarico che ricoprì fino al 1991.

Tra le sue pubblicazioni librarie ricordiamo “Socialismo tricolore” (1983), “Il fascismo immenso e rosso” (1990), “Ezra Pound economista, contro l’usura” (1995), cui faranno seguito alcuni libri sull’analisi della destra sociale e, “Una storia della Repubblica” (2000). Quest’ultima  pubblicazione, di grande successo, scatenò una forte polemica sull’analisi del dopoguerra, specialmente personaggi della destra come Storace e Alemanno. Anche per questo suo modo di essere fuori dal coro fu definito un fascista di sinistra, forse anche a causa delle critiche mosse all’operato di Gianfranco Fini, fino alle posizioni filo israeliane.
Insieme a Marcello Veneziani, Franco Cardini, Piero Buscaroli e Fausto Gianfranceschi, è considerato uno degli intellettuali della destra italiana, sempre legato a ideali e valori a cui ispirare la pratica politica.
Ha diretto la rivista online www.passarealbosco.it fino alla sua morte, a Roma, il 15 aprile del 2009, all’età di 81 anni.
Uno dei pochi esponenti della destra stimato dagli intellettuali della sinistra