Piero Malvestiti
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Piero Malvestiti nasce ad Apiro, in provincia di Macerata, il 26 giugno 1899 ,primo di dieci figli. Trasferitosi in Lombardia, ottiene il diploma di ragioniere. Partecipa in qualità di ufficiale alla prima guerra mondiale e gli è conferita la Croce al Merito. Subito dopo il conflitto trova lavoro presso la Banca Popolare di Milano e frequenta un corso per propagandisti cattolici sotto la guida di mons. Francesco Olgiati.
Ne segue un forte impegno nella propaganda religiosa che lo porta ad essere un costante oratore nelle Settimane Sociali che si svolgono nella diocesi milanese. Non manca di impegnarsi a favore del movimento operaio e nei confronti dei reduci di guerra. Da una parte infatti è un sindacalista bianco e, dall’altra, viene nominato segretario provinciale dell’Unione Nazionale Reduci di Guerra. In questo ruolo, per via delle prudenti posizioni assunte dall’associazione verso il fascismo, entra presto in contrasto con la dirigenza romana e fonda la Lega Lombarda Reduci di Guerra che è poi una delle prime associazioni sciolte dal regime.
Significativa dello spirito antifascista della Lega è la commemorazione di don Giovanni Minzoni, ucciso dai fascisti l’anno precedente, che Malvestiti tiene nell’agosto del 1924 a Milano davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio. Contesta il fascismo fin dal suo sorgere, rifiutando l’idea etica dello Stato, la creazione del sindacato unico, la concezione corporativa, non mancando di rimproverare quei cattolici che appoggiavano il regime nell’intento di cristianizzarlo. In questo contesto, insieme ad altri amici dell’Azione Cattolica come Gioacchino Malavasi, dà vita, sul finire degli anni ’20, al Movimento Guelfo d’Azione, che si presenta sulla scena politica solo nel maggio 1931 in occasione delle celebrazioni del 40° anniversario della Rerum Novarum che si svolgono a Roma. L’intera organizzazione clandestina si impegna nella distribuzione di migliaia di volantini, con l’intestazione “Cristo Re e il popolo – il popolo e Cristo Re”, in cui si denuncia ai cattolici italiani e stranieri la situazione politica italiana sotto il fascismo. Tali posizioni portano l’Ovra e la polizia fascista a compiere numerosi fermi.
Lo stesso Malvestiti è arrestato il 20 marzo 1933 e dopo nove mesi di carcere condannato dal Tribunale Speciale a cinque anni di reclusione. Scarcerato, per via delle difficili condizioni di salute, deve impegnarsi a non svolgere attività politica per tutta la durata della condanna. Intanto il gruppo guelfo, proprio sotto la guida di Malvestiti, prosegue nell’approfondimento del discorso ideologico politico, specie sugli aspetti economico sociali e in tale prospettiva l’espressione maggiore è rappresentata dal cosiddetto Programma di Milano.
Dopo alcuni incontri nell’agosto del ’42 a Borgo Valsugana e nel settembre a Milano tra Malvestiti e De Gasperi ,ed altri esponenti sia dei guelfi che degli ex popolari, sono poste le basi per la formazione della Democrazia Cristiana. Con l’8 settembre 1943 Malvestiti abbandona l’Italia e trova rifugio in Svizzera dove svolge un’intensa attività giornalistica nei gruppi di studio mantenendo contatti con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia di Milano.
Fra il settembre e l’ottobre del 1944 è ministro delle Finanze della Repubblica partigiana della Val d’Ossola e dopo la sua caduta ripara in Svizzera, dalla quale fa ritorno come membro del CLNAI. Con la liberazione del Paese Malvestiti si impegna più che mai nella DC, venendo a far parte del Consiglio Nazionale e partecipando al primo Congresso del partito nell’aprile del ’46 a Roma.
Eletto deputato all’Assemblea Costituente, è sottosegretario alle Finanze nel IV governo De Gasperi e sottosegretario al Tesoro nel V e riconfermato nel successivo. Nel VII governo De Gasperi è ministro dei Trasporti. L’ultima esperienza governativa è come ministro dell’Industria e del Commercio nel governo Pella. Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Roma, tra il 1958 e il 1959, è nominato vicepresidente della Commissione della CEE e poi presidente dell’Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Muore a Milano il 5 novembre 1964.