PRIMA LA CRISI DEGLI STRUMENTI DERIVATI, “DI FINAZA DERIVATA NON SAPEVO NULLA” … POI LO CONFERMANO DIRIGENTE
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Altan_bisogna

Tratta da: http://www.gildavenezia.it/e-se-il-dirigente-scolastico-sciopera/

(Aldebrano Micheli, 2016)

Il fatto risale agli anni che vanno dal 2002 al 2010, periodo durante il quale il Comune di Terni ha stipulato quindici contratti di finanza derivata, gravati da notevoli costi impliciti. Il Comune decise di ricorrere all’impiego di Interest Rate Swap al fine di ridurre il rischio connesso con la variabilità dei tassi di interesse applicati ai rapporti debitori esistenti. Questo strumento avrebbe dovuto alleggerire notevolmente il rischio connesso alla scelta tra un tasso fisso e un tasso variabile. L’Interest Rate Swap è definito come uno strumento di gestione attiva dell’indebitamento, per gli anglofoni addetti ai lavori è uno strumento Liability Management, che, se correttamente impiegato, permette all’ente di non subire passivamente le oscillazioni del mercato relative ai tassi di interesse, anzi di sfruttarle a proprio vantaggio.Gli obiettivi perseguiti sono ottimizzazione del costo dell’indebitamento e minimizzazione dei rischi connessi. Ovviamente il ricorso a questi strumenti non persegue la finalità di eliminare il rischio, obiettivo impossibile da raggiungere se non a costi elevatissimi, ma di gestirlo. Fino a pochi anni fa gli Enti Locali contraevano la gran parte dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti nella forma del tasso fisso, per la Cassa DD.PP., o di un tasso massimo fissato da decreti ministeriali per i mutui contratti con gli Istituti bancari. Il tasso costante e il rimborso da parte dello Stato della maggior parte dei mutui garantiva l’ente da qualsiasi rischio, deresponsabilizzando i dirigenti. La gestione del rischio, appunto, è la parola chiave. Questo strumento è utilizzabile da chi è in possesso di abilità efficaci, che si acquisiscono con studi specifici, nemmeno troppo complessi, tipici dei corsi di studio in economia o in matematica applicata. E qui arriva la nota dolens. Il dirigente del Comune di Terni responsabile insieme ad altri delle decisioni che hanno portato l’ente alla stipula dei contratti di finanza derivata, ha ricoperto per dieci anni il dicastero delle Attività Finanziarie, ma ha una laurea in giurisprudenza, e una specializzazione in Amministrazione Pubblica, per fortuna rinforzate da un periodo di esperienza nel settore finanze e tributi presso un altro Comune[1]. Pertanto, paradossalmente, era anche culturalmente giustificato quando dichiarava agli inquirenti che firmava gli atti di competenza dirigenziale, ma senza avere competenza in materia[2]. Invece non erano giustificati i Sindaci che rispettivamente avevano nominato e confermato alla dirigenza delle Attività Finanziarie un laureato in giurisprudenza. Possibile che tra i dipendenti del Comune di Terni non vi fossero uno o più abili laureati in economia ai quali affidare questioni di questa delicatezza? Oppure dobbiamo pensare che le nomine dirigenziali avvengono secondo logiche che non hanno a che fare con il possesso delle competenze specifiche. E oggi ci troviamo quello stesso dirigente tra i confermati dal Sindaco Leopoldo Di Girolamo tra i cinque titolari di Direzione rimasti, tutt’oggi incaricato della gestione degli atti in materia di finanza derivata[3], mentre il totale dei dirigenti, compresi i titolari di dipartimenti passa dai precedenti 14 agli attuali 15[4]. Tra questi 15 continua a comparire la figura di un dirigente incaricato della funzione di “studio e ricerca”, rispetto alla quale sarebbe interessante esercitare il diritto di accesso agli atti per valutare qualità e quantità dell’apporto di questa figura dalla data della sua nomina, essendo quel dirigente di fatto stato declassato pochissimi anni fa da una dirigenza vera e propria a questa cosa qua, della quale occorre comprendere la reale necessità. Di fatto il nostro centro studi nel luglio 2014 aveva proposto al Sindaco Leopoldo la riduzione dei dirigenti da 16 a 6, secondo quanto previsto dai poteri che il sindaco neoleletto può esercitare nei suoi primi 60 giorni dalla elezione o rielezione[5]. Ovviamente non ci hanno nemmeno riposto, troppo occupati a fare altro … ma cosa?.

[1] Cfr. http://www.comune.terni.it/portaldata/UserFiles/File/Trasparenza/CV/CV_VistaFrancescoSaverio.pdf

[2] Cfr. Andrea Giuli, Comune di Terni è tra gli indagati dalla Corte dei Conti: “Di finanza derivata non sapevo nulla” SWAP, l’ammissione del dirigente, Il Giornale dell’Umbria, 2/3/2011; sentenza Corte dei Conti Sezione Giurisprudenziale per l’Umbria n. 38/2015.

[3] Decreto sindacale n. 144517 del 27709/2012.

[4] Cfr. S. a., Dirigenti schiaffi tra Sindaco e maggioranza. Blitz di Di Girolamo sulle nomine mentre la commissione gli imponeva l’ultimatum, l’atto arriva in consiglio ma un pezzo di PD lascia l’aula, in Il Giornale dell’Umbria, 29/12/2015.

[5] dell’art. 25, c. 4 del Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi.