Ciao Tina. Se n’è andata la guerriera della riforma sanitaria e della Commissione d’inchiesta per la loggia massonica P2.
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Tina Anselmi

“… io credo che la qualità della politica sarebbe migliore se ci fossero più donne che la fanno …”

Aveva vissuto negli anni più bui della dittatura fascista e in quelli più difficili della Repubblica italiana, non si fece mai influenzare dai poteri cosiddetti forti, quelli che non perseguono interessi collettivi.

… io mi auguro che le giovani … che hanno vissuto il cambiamento, la riforma del diritto di famiglia, la parità nel lavoro, quante leggi abbiamo fatto … io dico alle mie nipoti, attente, fate la guardia, perché come abbiamo avuto queste conquiste possiamo scontrarci con chi queste conquiste vuole cancellare …

Ormai lontana dalla politica attiva da alcuni anni, se n’è andata Tina Anselmi, in uno dei periodi più difficili e controversi di quella che alcuni comici chiamano “seconda repubblica”, ma che della res publica ha poco o nulla. Tra i tanti suoi meriti politici e umani mi piace ricordare la riforma che introdusse il Sistema Sanitario Nazionale, quello che i governi degli ultimi venti o venticinque anni stanno lentamente, ma incessantemente, smantellando, che lei sostenne da Ministro della Sanità nel quarto e quinto Governo Andreotti (primo ministro donna in Italia), con altrettanto coraggio e correttezza legò il suo nome alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2, da lei presieduta nel corso dell’ottava legislatura, i cui lavori terminarono nel 1985. Con lei se ne va anche un simbolo, di dedizione al bene comune, di onestà e di indipendenza. A noi resta il valore delle sue opere, l’onere e l’onore di proseguire su quella strada, contro forze che stanno smantellando, incessantemente, tutto quell’apparato di istituti, diritti e conquiste che lei, ma soprattutto la sua generazione, hanno faticosamente, dolorosamente, guadagnato per tutto il popolo italiano. Costi quel che costi, come fece lei da partigiana.