Partito Popolare Italiano
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Partito Popolare Italiano (1919-1926)

Il Partito Popolare Italiano (PPI) fu fondato il 18 gennaio 1919 su iniziativa del sacerdote siciliano Luigi Sturzo, aggregando le diverse componenti del movimento cattolico.
Il PPI ottenne subito ottimi risultati alle elezioni del 16 novembre 1919, le prime dopo la riforma elettorale in senso proporzionale, conseguendo il 20,5% dei voti e 100 deputati, come pure in quelle svoltesi il 19 maggio 1921, con il 20,4% dei voti e 108 deputati.
Fece quindi parte dei vari governi succedutosi in quegli anni: Giolitti, Bonomi e Facta.

 

L’avvento del fascismo produsse una lacerazione tra la destra favorevole a collaborare con Mussolini e il resto del partito nettamente contrario, così che nel primo governo Mussolini dell’ottobre 1922, contro il parere del partito, parteciparono alcuni popolari, come Vincenzo Tangorra (ministro del Tesoro, sino al dicembre 1922) e Stefano Cavazzoni (ministro del Lavoro e Previdenza Sociale, sino all’aprile 1923).
Nelle elezioni del 6 aprile 1924, svoltesi in un clima di violenze e brogli elettorali perpetrati dai fascisti, il PPI riuscì comunque ad ottenere il 9,0% dei voti e 39 deputati.
Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, il PPI assunse una ferma posizione antifascista e partecipò alla secessione dell’Aventino, contro la volontà delle gerarchie ecclesiastiche.
Soppresso dal regime fascista il 5 novembre 1926, come tutti i partiti, i suoi dirigenti emigrarono all’estero, come don Sturzo, in esilio già dal 1924, o si ritirarono dalla vita politica attiva, come il segretario del partito Alcide De Gasperi, ma nel 1942 essi costituirono il nucleo fondamentale della nascente Democrazia Cristiana (DC).

Segretari
Luigi Sturzo (1919 – 1923)
Alcide De Gasperi (1923 – 1926)

Congressi
I Congresso – Bologna, 14-16 giugno 1919
II Congresso – Napoli, 8-11 aprile 1920
III Congresso – Venezia, 20-23 ottobre 1921
IV Congresso – Torino, 12-13 aprile 1923
V Congresso – Roma, 28-30 giugno 1925

 

Partito Popolare Italiano (1994-2002)
Il nuovo Partito Popolare Italiano (PPI) fu fondato il 22 gennaio 1994, sotto la guida di Mino Martinazzoli, dalla maggioranza della disciolta Democrazia Cristiana (DC), che volle con questo nome testimoniare un chiaro richiamo alle radici del partito.
Nel 1994, volendo rappresentare un’alternativa di centro rispetto ai due schieramenti di destra e di sinistra, partecipò alle elezioni politiche nell’ambito della coalizione del Patto per l’Italia, ottenendo risultati inferiori alle aspettative.
A partire dal febbraio 1995, alla linea politica di Rocco Buttiglione, eletto segretario al I Congresso del partito, favorevole a una intesa con Forza Italia, si contrappose quella della componente di sinistra, orientata invece a sostenere la candidatura dell’economista cattolico Romano Prodi a leader del centro sinistra contro Silvio Berlusconi.
Nel marzo 1995 la crisi del partito raggiunse il culmine quando il Consiglio Nazionale, sconfessando l’alleanza elettorale con Forza Italia, annunciata da Buttiglione, lo dichiarò decaduto eleggendo segretario Gerardo Bianco. Buttiglione rifiutò di lasciare la carica e sospese il Consiglio Nazionale. Una sentenza della magistratura confermò Buttiglione nella carica di segretario, obbligandolo però ad attuare la linea politica fissata dal Consiglio Nazionale.
La frattura non si ricompose tanto che, alle elezioni regionali del 23 aprile 1995, le due componenti parteciparono separatamente, l’ala del partito fedele a Buttiglione presentò liste comuni con Forza Italia, con la denominazione di Forza Italia – il Polo Popolare, mentre quella guidata da Gerardo Bianco, favorevole all’alleanza con le forze di centro sinistra, si presentò con proprie liste, con il nome di Popolari, e in alcune regioni (Toscana e Lazio) in coalizione con il Patto dei Democratici.
Il 24 giugno 1995, venne finalmente raggiunta un’intesa tra Buttiglione e Bianco: i due settori si separeranno, ottenendo il primo il simbolo, lo scudo crociato, e il secondo il nome, Partito Popolare Italiano, del partito.
Nel luglio successivo, Buttiglione diede vita a una nuova formazione politica, i Cristiani Democratici Uniti (CDU).
Il PPI partecipò alle elezioni politiche del 21 aprile 1996 nell’ambito della coalizione dell’Ulivo e alla Camera, nel proporzionale, presentò liste comuni con SVP, PRI, l’Unione Democratica (UD) di Antonio Maccanico e i Comitati per l’Italia che vogliamo di Romano Prodi, la cosiddetta lista “Popolari per Prodi”, che ottenne il 6,8% dei voti e 4 deputati nel proporzionale, e nel maggioritario, sotto il simbolo dell’Ulivo, furono invece eletti 66 deputati e 32 senatori popolari.
Il partito fece parte della maggioranza che espresse i governi della XIII Legislatura (1996 – 2001), in cui suoi esponenti assunsero importanti cariche governative, come Beniamino Andreatta, Sergio Mattarella, Rosa Russo Jervolino, Rosy Bindi.
Il 18 ottobre 2000, quando segretario del partito era l’on. Pierluigi Castagnetti, il PPI è confluito nella Margherita, insieme agli altri partiti di centro “ulivisti”, I Democratici, Rinnovamento Italiano e UDEUR.
L’attività politica del partito è stata sospesa a livello nazionale e locale , quando la Margherita, oltre che un alleanza elettorale, è diventata un vero e proprio partito. A partire dalle elezioni europee successive il partito (divenuto nel suo ultimo Congresso Nazionale del 2002 un’associazione politico culturale denominata “I Popolari”) non presentò più proprie liste come partito membro del PPE.

Segretari
Mino Martinazzoli (gennaio 1994 – luglio 1994)
Rocco Buttiglione (luglio 1994 – luglio 1995)
Gerardo Bianco (luglio 1995 – gennaio 1997)
Franco Marini (gennaio 1997 – ottobre 1999)
Pierluigi Castagnetti (ottobre 1999 – ottobre 2000)

Congressi
I Congresso – Roma, 27-29 luglio 1994
II Congresso – Roma, 29 giugno – 1 luglio 1995
III Congresso – Roma, 9-12 gennaio 1997
IV Congresso (straordinario) – Rimini, 30 settembre – 2 ottobre 1999
V Congresso – Roma palazzo dell’EUR 2002