(Da: www.lavocedeltrentino.it) Anna Bono, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università di Torino, conoscendo a fondo la materia, ribalta un bel gruzzolo di luoghi comuni. Al giornalista Marco Dozio in un’intervista molto interessante, spiega che chi sbarca o viene traghettato sulle nostre coste, arrivando prevalentemente dall’Africa subsahariana, per la stragrande maggioranza dei casi non è un profugo. E nemmeno un povero in fuga dalla fame. Ma un giovane maschio, spesso appartenente al ceto medio, che non scappa da guerre o persecuzioni. “La maggior parte di chi lascia l’Africa subsahariana per l’Europa non scappa né dalla guerra né dalla povertà estrema”.
Abbiamo il dovere di accoglierli perché lo sconquasso in quei paesi lo abbiamo causato noi occidentali fomentando, finanziando e sostenendo militarmente quelle rivolte, chiamate eufemisticamente “primavere arabe”, che hanno gettato nel caos e nella guerra civile nazioni una volta stabili.
I vinti sono i cittadini italiani, colpiti dalle conseguenze economiche di Tangentopoli. Ne parlano alcune voci fuori dal coro, a ricordare che nei rivolgimenti drammatici di quegli anni, segnati da abusi, morti oscure e attentati, non c’era solo l’innegabile corruzione esistente tra i politici di allora, ma anche altri temi meno citati e discussi, e cruciali per la storia della Repubblica:
La sintesi video della nostra prima marcia di protesta. In attesa della prossima, molto probabilmente “verso” Roma.