ACLI
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ACLI – Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani

Le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (ACLI), fondata nel 1945, è una branca autonoma del movimento cattolico. Non è un sindacato ma svolge un’azione presindacale che si prefigge di sostenere in seno alla classe operaia la validità dei principi cristiani per la promozione della classe lavoratrice e per la soluzione della questione sociale. Sotto questo aspetto le ACLI sono venute assumendo, in modo sempre più netto, una funzione di guida dei propri iscritti, indicando ed appoggiando le scelte politiche ed economiche più aderenti alla ispirazione ed alla dottrina sociale cristiana e ritenute, in base a tale dottrina, più idonee a promuovere il progresso civile, sociale ed economico del paese.
Le ACLI, infine, svolgono alcuni servizi istitutivi che comprendono l’assistenza sociale, il servizio di formazione professionale (ENAIP), dei diritti e delle sicurezze sociali, attraverso l’istituto del Patronato ACLI per i servizi sociali dei lavoratori e delle famiglia [1], economico sociale (Cooperazione) e ricreativo.

ENAIP (Ente Nazionale Acli di Istruzione Professionale)

Le ACLI nascono nel contesto del secondo dopoguerra. Già nei primi anni di vita del movimento nascono in modo del tutto spontaneo, numerose iniziative di formazione professionale dei lavoratori promosse da tutte le realtà territoriali. E’ a seguito del notevole sviluppo di tali attività che in data 16 novembre 1951 si decide di costituire l’ENAIP (Ente Nazionale Acli di Istruzione Professionale) con un proprio statuto e con specifiche deleghe operative.
Negli anni ’70 si sviluppa quella che sarà la proposta formativa caratterizzante dell’ENAIP. La prospettiva pedagogica di riferimento diviene quella dell’autoformazione, della polivalenza metodologica ed il metodo della ricerca. Aspetti di fondo a cui connettere le esigenze formative sono: l’inserimento sul lavoro, la formazione che sia anche per la vita nel quadro della formazione continua, il processo di sperimentazione continua. Si definiscono come momenti fondamentali del processo formativo (“temi unificanti”) il lavoro di gruppo, la valutazione, la disciplina ed i rapporti con l’esterno.
L’ENAIP negli anni successivi, in un quadro di costante ampliamento delle attività, estende la sua azione alla CEE svolgendo progetti pilota ed azioni cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo. Inoltre partecipa attivamente alla definizione della legge-quadro della formazione professionale (legge 845 del 1978), alla luce di una piattaforma intitolata “La riforma della formazione professionale nella prospettiva della piena occupazione e di un nuovo sistema formativo”.
Negli anni ’80 si apre la stagione della regionalizzazione della formazione professionale, vista anche come uno strumento che favorisce il collegamento tra formazione e territorio, l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro e la pianificazione delle attività al fine di consentire a tutti l’accesso alla formazione. L’ENAIP arriva rapidamente ad una completa regionalizzazione delle proprie attività con la crescita degli Enaip – enti regionali.
Negli anni ’90 la riforma della legge quadro sulla FP vide il coinvolgimento propositivo di tutto l’ENAIP per una generale ridefinizione dei compiti e delle funzioni del sistema formativo italiano, promotore di una ripresa di attenzione nei confronti di un sistema di formazione professionale autonomo, culturalmente fondato, articolato, coerente con le migliori esperienze europee.
Anche nel contesto italiano si è dato vita ad un movimento riformatore teso a introdurre nel nostro sistema caratteri tipici del “modello” europeo di formazione: un “sistema formativo aperto” ed integrato, centrato sul diritto dei cittadini all’istruzione ed alla formazione, in stretta relazione con le politiche del lavoro e di sviluppo locale, con forte rilievo del ruolo delle Regioni e degli Enti locali.