Alcuni effetti delle esternalizzazioni nella Pubblica Amministrazione
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Le esternalizzazioni di alcuni servizi prestati dalla Pubblica Amministrazione possono rappresentare una preziosa occasione per concentrare le risorse finanziarie disponibili, nei settori strategici e più propri dell’agire amministrativo del territorio. Requisito essenziale per consentire il corretto funzionamento di questo strumento di razionalizzazione della spesa è che, a parità di qualità del servizio reso, si verifichi anche un apprezzabile risparmio da parte dell’ente pubblico.
Purtroppo, spesso, lo strumento delle esternalizzazioni viene utilizzato solo per creare circuiti fittizi e meramente ragionieristici di diminuzione, apparente, della spesa pubblica, secondo i meccanismi messi a disposizione dalle varie finanziarie. Quindi a volte le esternalizzazioni vengono utilizzate per nascondere, furbescamente, una parte della spesa pubblica, consentendo di presentare i risultati di bilancio sotto il loro aspetto quantitativo migliore. E’ un po’ come nascondere la sporcizia sotto i tappeti di casa.
Inoltre si verifica sempre più di frequente che il costo del servizio esternalizzato sia superiore a quello sopportato per il servizio in gestione diretta. Ultimo aspetto, ma più importante, esternalizzando si trasformano posti di lavoro stabili in occupazioni precarie. Sempre di più si vanifica quel pragmatismo costruito con fatica e sangue nel XX secolo, per sostituirlo con un orientamento etico che pone il solo mercato al centro dell’agire politico economico.
L’aspetto che mi spaventa di più è rappresentato dal fatto che questo new deal della politica economica trova i suoi padri nei prodiani quanto nei berlusconiani, senza alcun alcun distinguo sostanziale, soprattutto senza alcuna vergogna.

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