Menhir di Nicciano (TR)
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I menhir di Nicciano in Valnerina una pagina sui megaliti dell’Umbria meridionale

(Pubbicato inIndagini, 2003)

Il ritrovamento di due menhir artificiali in Umbria è sicuramente un evento raro e inatteso che mi auguro possa aprire la strada a nuovi filoni di ricerca nel passato protostorico del nostro territorio. L’Italia ad onor del vero è letteralmente costellata di megaliti, ma nelle zone che sono state sottoposte al potere temporale della Chiesa questi rinvenimenti sono molto difficili e di incerta riconoscibilità, data la sistematica distruzione cui questi siti sono stati sottoposti, in particolare durante il XIX secolo, con la partecipazione delle autorità temporali papali.



I parroci erano soliti maledire le costruzioni di pietra come “
pergasmi del demonio”, “letti del demonio”, “stanze dei pagani”, e spesso davano via libera alla distruzione. Si calcola che nel solo XIX secolo in Germania furono distrutte cinque o seimila tombe megalitiche. Nel circondario di Uelzen, nel 1850 c’erano ancora 219 tombe, oggi sono 17 e la maggior parte di esse è gravemente danneggiata. Nella “cattolicissima Austria” non ne esistono più, fatta eccezione per alcuni cairns
(tombe a tumulo di sassi) nei pressi di Zell Am See. Viceversa la Puglia annovera ancora oggi centinaia di menhir e decine di dolmen, con una densità simile a quella della Scozia o dell’Irlanda.
I migliori ricercatori del mondo si sono arrovellati il cervello nella ricerca di un indizio che avesse potuto portare ai costruttori di questi megaliti, senza approdare ad alcuna certezza provata. Alcune datazioni, più affidabili di altre, indicano che il dolmen più antico, quello di Kerkado in Bretagna, è stato innalzato nel 4700 a.C., mentre quello che viene considerato il monumento megalitico più recente, il celebre edificio di Stonehenge in Inghilterra, viene datato tra il 2800 e il 2200 a.C. Per oltre 2500 anni, in pieno neolitico, questo popolo sconosciuto ha innalzato menhir, ha costruito dolmen ed ha realizzato immensi allineamenti di enormi pietre, in un’epoca di molto antecedente agli splendori degli Egizi o dei Micenei, molto prima della cultura celtica e lo hanno fatto in un’area vastissima che copre tutto il bacino del Mediterraneo, fino a spingersi in zone più remote come la Persia e l’India. Soltanto in Francia sono stati catalogati 4500 dolmen e 2200 menhir isolati, senza contare le migliaia che fanno parte di allineamenti e cromlech (cerchi). È chiaro che sono stati necessari sforzi colossali e tecniche sofisticate per realizzare queste fatiche titaniche. È stato stimato che le tavole di Antequerra (in Andalusia) e di Bournan (nella Vienne) raggiungono un peso di 110 tonnellate e non sono i più grandi.
Il nostro menhir di Nicciano, in Valnerina, è ancora visibile solo per una serie di fortunate coincidenze. L’attuale proprietario lo rinvenne parzialmente interrato, in posizione orizzontale, nella immediata adiacenza della casa che aveva da poco acquistato, in un primo momento aveva preso contatto con un muratore per farlo frazionare in pezzi più piccoli, atti ad essere riutilizzati nei restauri dell’edificio. Solo l’impotenza dell’artigiano di fronte a una massa litica così grande convinse l’ignaro proprietario a porlo in posizione eretta al centro di una vasca per i pesci, soluzione che lo ha salvato da una tardiva cancellazione.