Il MCL nasce nel 1970, anche se la sua fondazione ufficiale risale all’8/12/1972, data dell’assemblea di riunificazione tra le due componenti che hanno abbandonato le ACLI, per non aver condiviso le motivazioni, le prospettive e soprattutto i risvolti sul piano ecclesiale e sociale, collegati alla “svolta socialista”.
Per tale dolorosa frattura, necessaria sotto ogni aspetto, si patì a lungo una sorta di ostracismo da parte dei media e di certi ambienti, cui interessava egemonizzare culturalmente anche l’associazionismo cattolico per poter costruire la famosa cosiddetta terza via. Il MCL ha ritenuto, allora, e ritiene ancora, che occorre costruire un capitalismo dal volto umano, nella profonda convinzione che libertà di mercato, solidarietà e sussidiarietà sono componenti complementari per un sano liberalismo. Queste profonde convinzioni ci indussero a fare scelte diverse rispetto alle ACLI e ad altre associazioni cattoliche, avendo sempre come riferimento la dottrina sociale della Chiesa e gli insegnamenti del suo Magistero, in un quadro di libertà di opzioni e di profonda comunione con tutte le diverse componenti del variegato mondo dell’associazionismo cattolico.
Attualmente il MCL è particolarmente impegnato in una politica di forte sensibilizzazione delle diverse componenti del mondo del lavoro. La profonda convinzione della necessità di superare gli schematismi ideologici del passato ha spinto l’MCL a considerare i presupposti scientifici del liberismo, quali strumenti necessari per riempire di senso e contenuti la parola libertà. Democrazia economica, solidarietà, sussidiarietà, federalismo, sani sono concetti approfonditi dall’MCL in numerosi convegni nazionali ed interregionali.
Infine gli accordi con la CISL e con alcuni sindacati autonomi, in modo particolare con lo SNALS, caratterizzano l’impegno sindacale, con una presenza attiva nelle commissioni lavoro della CEI, alla luce della dottrina sociale della Chiesa.
La partecipazione, al Forum delle Associazioni Familiari, al Forum del Sociale, al Forum Permanente del Terzo Settore, al Consiglio Generale delle Confcooperative, E’ il risultato di una precisa scelta strategica di alleanze, finalizzata a creare presupposti culturali per restituire alla politica quel nobile significato vituperato da tanti politicanti di mestiere.
MCL è presente nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) ed un suo dirigente è attualmente presidente della Consulta Nazionale dell’Emigrazione (CNE). Il MCL ha ottimi rapporti anche con altre organizzazioni cattoliche internazionali. Ha relazioni formali con la UELDC (Unione Europea Lavoratori Democristiani) di cui è componente, e con l’EZA (Ente Formazione Europea dei Lavoratori), organismi questi di espressione del PPE.
Attualmente il Presidente Nazionale, Carlo Costalli, ricopre la carica di Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei Lavoratori Democristiani. MCL ha buoni rapporti con la CDU tedesca e la CDA, e collabora in modo sistematico, specie in campo formativo e in studi socio economici, con la Fondazione Schumann. Ha inoltre rapporti di gemellaggio con organismi di lavoratori di Spagna, Belgio, Romania e Catalogna. Ha un rapporto di particolare collaborazione con l’ICRA (International Catholic Rural Association). Il MCL Ë tra i soci fondatori della Fondazione Internazionale Tertio Millennio.
Movimento Cristiano Lavoratori
La storia delle idee
La storia delle idee e la storia delle azioni corrono su binari paralleli che raramente si incontrano, restituire un'anima alla politica significa restituirle la forza delle idee, liberarla da quel preoccupante abbraccio con le lobbies economico finanziarie che, palesatosi dalla fine degli anni 80, ha portato in breve il sistema politico italiano alla tragica Caporetto di Tangentopoli, e alle disfatte odierne. Compito degli intellettuali è quello di individuare i nessi tra economia ed etica, di mediare tra il darwinismo sociale del laissez faire e il totalitarismo politico sociale dello stato, tenuto conto del fatto che comunque uno stato sano non sarà mai uno stato minimo. Una società non può esistere senza che vi si inserisca in qualche punto in freno della volontà e degli appetiti sfrenati. Occorre tornare alla guida delle idee, abbandonare i tecnicismi tattici della politica odierna, riappropriarsi della capacità progettuale che fu una delle risorse d'eccellenza della cosiddetta Prima Repubblica.