Romolo Murri
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Nato a Monte San Pietrangeli (FM), nelle Marche, nel 1870, nei giorni della Breccia di Porta Pia,. Fu Sacerdote, teologo, filosofo e politico. Romolo Murri fin dai primi anni di attività politica è il punto di riferimento della corrente democratico cristiana all’interno dell’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici, durante il pontificato di Papa Leone XIII. Fondatore di riviste come “Vita Nova”, nel 1895, e “Cultura Sociale”, nel 1898, e della FUCI, nel 1896, Romolo Murri entra ben presto in profondo contrasto con i cattolici intransigenti, che guidano l’Opera dei Congressi.
Con il pontificato di Papa Pio X, Murri entrò in contrasto direttamente con la massima autorità ecclesiastica, soprattutto in seguito allo scioglimento dell’Opera dei Congressi ,voluto dal Papa nel 1903. Il sacerdote marchigiano decide di continuare per la sua strada, fondando la Lega Democratica Nazionale, cioè quel movimento politico autonomo dalla gerarchia ecclesiastica che era sempre stato al vertice dei suoi desideri, giungendo poi a solidarizzare pubblicamente con idee che erano state condannate dal Magistero della Chiesa, con l’enciclica Pascendi Dominici Gregis, del 1907, e con la lettera agli arcivescovi e ai vescovi francesi Notre Charge Apostolique, del 1910. Con l’accusa di aver aderito al modernismo arriveranno inoltre la sospensione a divinis, nel 1907, e quindi la scomunica nel 1909, in seguito alla sua candidatura al Parlamento in una lista sostenuta dalla Lega Democratica Nazionale, dai radicali e dai socialisti.

La vicenda di Romolo Murri continuerà con il suo matrimonio in Campidoglio nel 1912, la nuova candidatura nelle file dei radicali alle elezioni politiche del 1913, che questa volta lo vedranno sconfitto, il momentaneo interesse verso il fascismo durante la nuova attività di giornalista presso il Resto del Carlino e, infine, il suo ritorno alla comunione con la Chiesa cattolica poco prima della morte, avvenuta 12 marzo 1944.
Per i clericali e per i liberali “gentiloniani” loro alleati più che un nemico, Murri fu un vero e proprio simbolo del male, una figura da distruggere. Nella campagna elettorale del 1913, come ricorda Filippo Ceccarelli in un articolo apparso su “La Stampa”, il 28 maggio 1995 “nessun mezzo d’offesa venne risparmiato contro questo “pretato, scomunicato e ammogliato: dalle pressioni in confessionale alle maledizioni celesti, dai discorsi in chiesa ai giuramenti davanti al crocefisso, fino alle offese nella più gelosa intimità della vita“. Un grande irregolare, un pensatore ancora oggi ad altissimo tasso d’inclassificabilità, devoto in definitiva alla propria appassionata coscienza, oltre che ai dettami di una fenomenale attitudine a creare associazioni (FUCI, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, fondata nel 1895), giornali (il Domani d’Italia, Cultura sociale), movimenti (la DC, la Lega Democratica Nazionale), senza mai però ostinarsi a difenderli come averi. Liberista, o meglio antiproibizionista antelitteram. Cattolico intransigente e proprio per questo, paradossalmente, ma fino a un certo punto, altrettanto anticlericale, nel 1900 si era fatto promotore del movimento della Democrazia Cristiana, con l’intenzione di far crescere una aggregazione politica indipendente dalla gerarchia ecclesiastica, cosa che avvenne. Il movimento venne sciolto da Papa Pio X nel 1904, ma Murri continuò ad occuparsi di questa organizzazione, fino al punto che nel 1907 fu sospeso a divinis e nel 1909 venne scomunicato. Nello stesso anno della scomunica partecipò alle elezioni e fu eletto deputato con grande successo. Dopo la sua mancata elezione nella tornata elettorale del 1913 Murri lasciò la politica, continuando ad occuparsene, seppure marginalmente, fino al 1919.

Il suo contrasto con la gerarchia ecclesiastica non assunse mai forme che potessero suonare beffarde o virulente, anzi si dimostrò pronto a difendere i diritti di preti e suore negli stessi tempi in cui infuriava il terribile Asino di Podrecca. Fu ritenuto massone, fino a quando il Marcucci, la cui rivalutazione di Murri si comprende meglio anche con il dato che è figlio di Gabriella, studiosa democristiana approdata clamorosamente al radicalismo pannelliano qualche anno fa, non ha scoperto che l’inserimento postumo del personaggio nelle liste del Grande Oriente era in realtà una svista, un incidente d’omonimia che nessuno s’era curato di correggere.
In un’intervista rilasciata il 7 febbraio 1993 al quotidiano Il Popolo, Marco Pannella ricordava la figura di Murri: “Quando sono entrato in parlamento ho voluto occupare il seggio che era stato di Murri. Qual è la sintesi della mia lettura della sua vita? Oggi gli scrittori cattolici che si occupano di Murri riconoscono una cosa di cui ero convinto: Murri non è mai stato un modernista. Sul piano teologico Murri non ha mai avuto difficoltà con la Chiesa da parte sua. Ma le difficoltà gli sono venute dalle sue scelte politiche, che erano una cosa diversa“.

Quando morì in duello un grande radicale, Felice Cavallotti, scrisse che l’empito d’amore di questo personaggio per il progresso sociale, per la libertà, per i diritti, era tale che si augurò di poter vivere la fedeltà agli stessi ideali che aveva vissuto Cavallotti.
A quel punto il suo successo fra i giovani intellettuali divenne travolgente. Il Vaticano lo aveva destinato a quella gigantesca Opera dei Congressi che era la risposta cattolico sociale contro il carattere borghese dello stato liberale. Ed in brevissimo tempo Murri ne divenne il leader indiscusso. Di nuovo era divenuto politicamente scomodo. A questo punto pensò di fare qualche altra cosa e creò la DC e successivamente la Lega Democratica Nazionale, divenne deputato radicale e il leader dei radicali in Italia.
Murri aveva una passione politica per il diritto dell’emancipazione sociale divorante, e ha sempre sostenuto il diritto dovere dello Stato di rispettare l’ambito della religione in un modo feroce, ma ha sempre lottato anche contro tutte le commistioni fra la religiosità ed il potere. Un vero democratico cristiano.
Spiegando il suo modo di essere anticlericale Romolo Murri nel 1907 diceva: “Se essere anticlericale ha il senso pienamente negativo di essere contro il clericalismo, certo io sono anticlericale. Ma io sono agli antipodi degli anticlericali dell’estrema sinistra poiché io sono anticlericale principalmente nel nome e per la tutela di interessi religiosi”. E infine nel 1913: “La laicità (dello Stato) è oggi domandata dagli spiriti religiosi più vivi, e per questo stesso perseguitati dalla Chiesa ufficiale“.
Nel 1930 criticando la formula della “libertà della Chiesa“, Romolo Murri chiariva: “Sola sede della libertà è la coscienza, e solo libero è l’atto spirituale che ora e da se stesso pone e crea quegli istituti esteriori, religiosi e politici, nei quali si spiega e si realizza la sua personale morale“. Mentre “…libertà della Chiesa potè significare, e significò spesso in Italia ed altrove, servitù delle coscienze che la Chiesa medesima trattava come cose sue e sottometteva a dura disciplina“. Chiesa e stato, aggiunge più avanti, “si svolgono in un piano diverso. La prima ha per sé il campo della interiorità, l’altro quello del diritto e degli istituti civili. Le forme di diritto delle quali la religione, facendosi istituto e società, ha bisogno, sono offerte dallo Stato», stato che deve in ogni caso rimanere «indifferente al contenuto di esse“.
A chi mi chiede la mia posizione politica – spiegava ancora Murri nel 1909 – io rispondo che sono democratico e radicale: a chi mi chiede la mia fede io rispondo che sono cristiano: quindi democratico e cristiano, perché queste due parole rispondono a due domande diverse. Che poi la democrazia possa essere considerata sotto un doppio aspetto, come complesso di istituti economici e giuridici, o come spirito e orientamento della coscienza e di tutta la vita dell’individuo, e che sotto questo secondo aspetto essa si identifichi per noi con il cristianesimo, considerato nei suoi caratteri essenziali, questa è un’altra questione.
Ma si può aggiungere che, anche considerato questo aspetto, interiore e quasi religioso, la democrazia ripudia un’etichetta confessionale, oggi che questa religione esteriore e confessionale è così spesso priva di ogni contenuto di religiosità vera e quindi essenzialmente antidemocratica
“.

Pubblicazioni di Romolo Murri:

Conservatori cattolici e Democratici cristiani, 1900; L’organizzazione di classe e le unioni professionali, 1901; Battaglie d’oggi, 1901-1904; Sintesi Sociali, 1906; La politica clericale e la democrazia, 1908; La Spagna e il Vaticano, 1911;  Come vinsero i preti nel collegio di Montegiorgio, 1914; Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, 1920; Il messaggio cristiano e la storia, 1943;

Bibliografia:

Filippo Mignini, Le città di Romolo Murri, vol. a cura di Giuseppe Rossi, Macerata, 2007.

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