UDEUR
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Il partito è nato il 23 maggio del 1999 su iniziativa di Mastella, reduce dalla deludente esperienza dell’UDR, Unione Democratica per la Repubblica, il progetto politico ispirato da Francesco Cossiga per creare un’alternativa centrista nella politica italiana ma sfumato dopo appena un anno. Al nuovo UDEUR, in un primo momento, aderisce lo stesso Cossiga e, tra gli altri, Irene Pivetti, ex presidente della Camera, che ne diviene presidente.
L’UDEUR debutta immediatamente con le elezioni europee del 13 giugno 1999, quando raccoglie mezzo milione di voti (1,6%) dimostrando però il suo radicamento e la sua forza elettorale soprattutto al sud e nelle isole (dove raggiunge punte di oltre il 6%). In seguito a questi risultati positivi, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, l’UDEUR adotta una linea distintiva nella difesa del Mezzogiorno d’Italia, in contrapposizione alla Lega Nord di Umberto Bossi.
L’UDEUR lavora, in questo periodo, per la costituzione di un grande centro, mantenendo una posizione di autonomia verso i due poli ma, dopo circa un anno, stringe accordi con la coalizione dell’Ulivo di centrosinistra, guidata al momento da Massimo D’Alema, il cui governo in precedenza aveva già ricevuto la fiducia di Mastella e dell’UDR.
Così, alle regionali del 2000, l’UDEUR è parte integrante delle coalizioni di centrosinistra: non presenta liste in tutte le regioni, si attesta sempre intorno all’1,5% (dato nazionale) ma radica sempre di più la sua forza al sud (in Campania è al 7%, in Basilicata al 7,4%). “Siamo alleati di un centro sinistra scritto col trattino, anzi col trattone”, precisa spesso Mastella, che sostiene in modo convinto il ritorno al sistema proporzionale e l’accentuazione del ruolo degli organi assembleari (primi fra tutti i consigli regionali) a discapito degli esecutivi.
Elezioni politiche 2001: l’UDEUR partecipa alle liste della Margherita. L’alleanza con l’Ulivo prosegue e, alle elezioni politiche del 13 maggio 2001, l’UDEUR sostiene la candidatura al governo di Francesco Rutelli presentata dalla coalizione. Per queste elezioni, il partito decide di aderire al progetto federativo della Margherita presentando liste comuni con il Partito Popolare Italiano, I Democratici e Rinnovamento Italiano, formazione che conquista il 14,5% dei consensi e costituisce gruppi parlamentari unici (80 deputati e 43 senatori).
Quando, però, la Margherita decide di diventare un partito unico (luglio 2002), l’UDEUR non vi aderisce, preferendo proseguire il cammino per la propria strada e abbandonando i gruppi parlamentari unitari: non c’è però la consistenza necessaria per costituire gruppi autonomi e l’UDEUR finisce nel gruppo misto, con soltanto 6 deputati e 4 senatori.
In occasione delle elezioni europee del 2004, il partito attua un processo di riconversione e  acquisisce la denominazione di Alleanza Popolare UDEUR, a seguito dell’adesione di Mino Martinazzoli, fondatore del Partito Popolare, ma raccoglie il modesto risultato dell’1,3%, eleggendo un solo parlamentare, aderisce al PPE. Martinazzoli se ne va. Nasce intanto la nuova alleanza del centrosinistra, L’Unione, l’UDEUR vi aderisce ma cambia ancora simbolo e denominazione: la predominanza è affidata ad un Campanile  in uno sfondo più chiaro, il partito diventa Popolari UDEUR.
L’insofferenza nell’Unione In vista delle elezioni regionali dell’aprile 2005, l’UDEUR pone qualche pregiudiziale alla coalizione chiedendo, come elemento essenziale per dare seguito all’alleanza, la presidenza di una delle maggiori regioni del sud, Campania, Puglia o Calabria. Il vertice dell’Unione non tiene in considerazione la richiesta, in Campania c’è l’uscente Bassolino (Ds), la Calabria va alla Margherita e in Puglia si tengono le primarie con l’exploit di Rifondazione.
L’UDEUR minaccia di uscire dalla coalizione e di presentarsi da sola alle elezioni, con propri candidati alla presidenza di tutte le regioni. Ma la crisi rientra, il leader dell’Unione Prodi e gli altri alleati riconoscono all’UDEUR lo status di partito con pari dignità e di essere un alleato fondamentale per la coalizione.
Si tengono le elezioni, l’UDEUR appoggia i candidati dell’Unione, che vince in 12 regioni su 14 e rafforza la sua consistenza, si attesta intorno al 2,5% a livello nazionale, ma nelle regioni del sud, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, è sulla media del 7,5%. Sandra Lonardo, moglie di Mastella, diventa presidente del Consiglio Regionale della Campania.
L’UDEUR accoglie gli scontenti della CdL Nel corso del 2005 il partito acquisisce nuove rappresentanze in Parlamento, accogliendo molti reduci di Forza Italia e della Casa delle Libertà, scontenti e smossi dalla sconfitta elettorale della CdL. I deputati dell’UDEUR, da 6, diventano 14, 5 provenienti da FI, 2 dalla Margherita, 1 dall’UDC, i senatori sono 5, con un acquisto da FI.
Le elezioni primarie e lo strappo con l’Unione A seguito dell’organizzazione delle consultazioni primarie per scegliere il candidato premier dell’Unione, Mastella ha deciso di presentare la sua candidatura per presidiare il centro della coalizione. “Il Centro della politica – sostiene Mastella – non è un luogo astratto ma è un progetto per il futuro, un’idea, un percorso, un metodo, una storia, un’identità. La mia candidatura alle primarie del Centro sinistra, nasce con questa ostinata convinzione“.
Le elezioni primarie si sono svolte il 16 ottobre 2005, Mastella è arrivato terzo, raccogliendo 196.014 voti (il 4,6% dei consensi), alle spalle di Romano Prodi, che ha ricevuto l’investitura di candidato premier della coalizione, e di Fausto Bertinotti. Nella giornata delle votazioni, si è reso protagonista di una serie di critiche nei confronti dell’evento, definendo le primarie come un “gioco fasullo“. A scatenare la miccia è stato il fatto che, a metà mattinata, nel suo paese di residenza, di cui Mastella è anche sindaco, Ceppaloni (Bn), le schede erano già terminate e molta gente non ha potuto votare: “Se non ci vogliono, ce lo dicano“, ha incalzato Mastella, accusando altresì di essere venuto a conoscenza che in diversi seggi di Roma erano pronte schede già votate per Prodi e pronte per essere inserite nelle urne.
Già in precedenza, Mastella aveva denunciato incongruenze nell’allestimento dei seggi sostenendo che erano stati costituiti in numero inferiore al Sud, dove lui praticamente è più forte.”Usciamo dall’Unione – ha dichiarato Mastella – da oggi saremo il Centro alleato con l’Unione”. l’UDEUR, pertanto, garantirebbe soltanto l’appoggio esterno alla coalizione di centrosinistra.
Il 9 e il 10 aprile 2006 si svolgono le elezioni, il centrosinistra vince per poche decine di migliaia di voti alla Camera dei deputati, dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CDL.
Il risultato dell’UDEUR è fermo all’1,4%, 534.000 voti alla Camera e 477.000 al Senato, riuscendo a superare l’1% soltanto nelle regioni del centro-sud. Non supera lo sbarramento nazionale del 2% previsto alla Camera per le liste coalizzate, ma partecipa comunque alla ripartizione dei seggi in qualità di lista che ha raccolto il maggiore risultato al di sotto dello sbarramento, secondo la norma prevista dalla legge elettorale appena entrata in vigore. Elegge così 14 deputati, compresi i deputati candidati per diritto di tribuna nelle liste dell’Ulivo.
Al Senato supera lo sbarramento regionale del 3% solo in Campania, Basilicata e Calabria e si verificano le condizioni per l’assegnazione di due seggi in Campania ed uno in Calabria. Lo stesso Mastella, finora deputato, viene eletto senatore. Nel Governo Prodi II Mastella viene nominato Ministro della Giustizia e Marco Verzaschi sottosegretario al Ministero della Difesa.
All’inizio del 2007 l’UDEUR partecipa ad un progetto di Federazione Democristiana insieme ad alcuni movimenti neodemocristiani e centristi, mentre, in occasione delle elezioni amministrative, stipula un accordo con il Partito dei Rumeni d’Italia per ospitare al suo interno rappresentanze rumene, in base alla comune ispirazione ai valori del cristianesimo.
Nel corso della legislatura le posizioni dell’UDEUR si allontanano spesso da quelle del governo fino alle ripetute minacce di Mastella di uscire dalla maggioranza. Uno dei terreni di scontro è quello della riforma elettorale: l’UDEUR si schiera apertamente contro il referendum promosso esponenti di entrambe le coalizioni volto a ripristinare un sistema sostanzialmente maggioritario e bipartitico.
Il 16 gennaio 2008 in Campania vengono spiccati un gran numero di mandati d’arresto nei confronti di esponenti del partito, tra i quali quello di Sandra Lonardo, moglie dello stesso Mastella, accusata di concussione ai danni del Presidente della Regione Antonio Bassolino in merito ad incarichi dirigenziali regionali. Nell’inchiesta sono indagati, tra gli altri, lo stesso Mastella e i due assessori regionali dell’UDEUR in Campania. Quella stessa mattina, il ministro Mastella ha in programma una relazione alla Camera sull’attività del Ministero della Giustizia, con la quale annuncia le proprie dimissioni dal Governo, pronunciando questa frase: “Mi dimetto perché tra l’amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo. Avrei potuto operare sottili distinguo. Mi dimetto per essere più libero umanamente e politicamente.