Vaccini e sanzioni selettive
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L’originalissimo obbligo vaccinale per la fascia di età degli ultra cinquantenni e le relative sanzioni, che proprio in questi giorni vengono recapitate agli interessati, è soltanto una delle emblematiche modalità assunte dai nostri governi staffetta per la conduzione delle greggi italiane, e mi pare che su questo e altri argomenti si possano spendere alcune riflessioni.

Correrò volentieri il rischio di essere rimproverato per invasione di campo o per complottismo, oltre che per una certa inadeguatezza, in quanto seppure con un dottorato di ricerca in economia non avrei alcun titolo ad occuparmi di argomenti che non appartengono al mio specifico settore accademico. Ma i numeri sono spietati e trasversali, si lasciano leggere ed elaborare con incredibile semplicità anche da chi bazzica solitamente le lettere antiche.

Venendo al redde rationem delle percentuali, l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ci presenta valori degni della più ampia riflessione. Tra i nuovi casi di covid l’80,45% ha colpito soggetti vaccinati, con una percentuale del 57,65% a carico di coloro che hanno subito il ciclo completo, dose booster compresa, mentre il 19,45% ha interessato i soggetti non vaccinati[1]. Nella nota metodologica l’ISS segnala, correttamente, l’effetto paradosso, per il quale “il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi, può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati per via della progressiva diminuzione nella numerosità di quest’ultimo gruppo[2]. Tuttavia, anche depurando il dato da questo effetto i casi sono del 4,3% tra i non vaccinati e del 2,5% tra i vaccinati, dati che non possono fare altro che rafforzare il legittimo dubbio nel ricercatore, anziché consolidare qualunque tipo di certezza circa l’efficacia assoluta dei vaccini in questo momento, e di certi obblighi e divieti.

Impiegando lo stesso metodo anti paradosso gli ospedalizzati sarebbero lo 0.06% tra i non vaccinati e lo 0,03% tra i vaccinati, i ricoverati in terapie intensive lo 0,004 % e lo 0,001% rispettivamente, mentre per i deceduti i valori sono stati dello 0,01% e dello 0,005 tra i primi e i secondi. Valori ben distanti dai 25 a 1 dichiarati dagli ormai quasi disoccupati virologi o dall’incauto “non vaccinarsi equivale a morire” del premier Draghi[3].

Non si tratta di una diatriba tra tifoserie ma di una questione che interessa la salute pubblica, l’efficacia dei cosiddetti vaccini e la tenuta stessa del tessuto economico e sociale di una nazione, tre variabili rese ancora più volatili dal contesto nuovo della guerra tra Russia e Ucraina e delle sue ripercussioni sul sistema economico e produttivo europeo, anche per le sanzioni che si vanno applicando in modo curiosamente selettivo nei confronti della Russia, un essenziale fornitore di materie prime a basso costo.

L’uso che è stato fatto di vaccini, obblighi e divieti, comitati e commissari, non ha funzionato un granché, e la seconda perla di saggezza del tanto blasonato Presidente del Consiglio dei Ministri, pace o condizionatori, mi pare soltanto un ulteriore inspiegabile passo verso il nulla. Soprattutto non si capisce bene il perché di tanto clamore mediatico, seppure legittimo, per la guerra in Ucraina, che ha già fatto la sua prima vittima, l’informazione, in una forma di risveglio improvviso della morale italiana ed europea, che fino ad oggi è rimasta sopita al cospetto di tutta una serie di atti di aggressione unilaterale della NATO o degli USA nei confronti di stati sovrani. Non ricordo che questi novelli pacifisti abbiano chiesto una nuova Norimberga in occasione delle stragi di Sabra e Shatila, o dello stupro di gruppo ai danni della Siria, o quando sono stati ammazzati civili a migliaia in ex Jugoslavia sotto 78 giorni di bombardamento NATO, o per le indicibili sofferenze che la popolazione dello Yemen soffre dal 2015, anche a causa del sostegno della comunità internazionale contro la comunità Houthi, e poi c’è la Libia, e tanti altri focolai di guerra, per la precisione 59[4]. Siamo proprio sicuri di essere in buone mani?


[1] Cfr., Report ISS, aggiornamento 30/3/2022, tab. 4a.

[2] Ibidem, nota metodologica, paragrafo 4.4.

[3] Ibidem, tab. 4b e 4c.

[4] Cfr., Armed Conflict Location & Event Data Project, ACLED, in https://acleddata.com/#/dashboard