La lezione di Mario Capanna a Massimo Giletti
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capanna vs giletti

Immagine tratta dalla sequenza video di RAI 1

Di Danilo Stentella

Mario Capanna, invitato a partecipare alla trasmissione di Giletti L’Arena, ha subìto il solito trattamento riservato dal conduttore ai politicanti, ovvero una bella linciata in stile Annunziata, quella di qualche tempo fa almeno, fatto di continue interruzioni dell’interlocutore, offese più o meno velate, demagogia nella sua essenza più pura, applausi del pubblico ad ogni alzata di voce del bel Giletti. Tuttavia, tra uno strillo e l’altro dei pensierini del conduttore è venuto fuori anche il politico Capanna, che per quanto mi riguarda glie le ha suonate, seppure nelle piccole fessure di fiato concesse dal monopolio orale del Giletti. Il motivo del contendere era la rendita di cui beneficia Capanna in quanto ex parlamentare della Repubblica italiana, ex europarlamentare ed ex Consigliere regionale, una cifra di poco più di 5.000 € mensili, che il conduttore tentava di mandare per traverso a Capanna in quanto “la maggior parte dei cittadini italiani non ce la fa ad arrivare a fine mese, gli ex minatori del Sulcis percepiscono una pensione molto più esigua, le partite IVA non hanno tutele, i giovani, ho conosciuto una malata di cancro che …..”. Il confronto è iniziato pacatamente con la presentazione di circostanza di un libro di Capanna, il quale poi è persino riuscito a dire all’interlocutore, che lo ha maleducatamente continuamente interrotto, che:

  1. le norme che regolano gli emolumenti e le rendite dei parlamentari non le ha fatte lui e non le può modificare lui, spettando quella competenza, per diritto costituzionale, al Parlamento;
  2. che per tutta la sua vita si è sempre occupato, con coerenza, di innalzare il livello retributivo e dei diritti di tutti, non di abbassare lo standard generale per adeguarsi ai valori di miseria verso i quali stiamo marciando;
  3. che nelle sue trasmissioni Giletti non si è mai occupato una sola volta delle vere motivazioni di carattere sistemico che hanno condotto a questa condizione di crisi e di diminuzione dei livelli sociali, come la enorme finanziarizzazione dell’economia che fa si che solo il 5% delle transazioni mondiali riguardino beni e servizi reali, mentre il restante 95% è speculazione pura e, purtroppo, semplice.

La scena trash finale di questo scontro è stato lo spregevole e volgare lancio isterico del libro di Capanna sul pavimento da parte del conduttore, un gesto che mi ha immediatamente ricordato lo spregevole rogo dei libri promosso in Germania nel 1933 dal nazista Goebbels, l’ennesima creatura dei Rothschild. Ancor più spiacevole è stato il gesto di raccogliere il libro da parte di Giletti, tra un risolino di poco gusto e l’altro. Perciò pubblichiamo nel nostro sito web un estratto breve ma significativo della trasmissione per rendere giustizia ai pochissimi minuti che Capanna ha avuto a disposizione per esprimere intelligentemente i suoi argomenti, appunto come omaggio all’intelligenza e per metterla a confronto con i discorsi francamente terra terra di Giletti. Vorrei aggiungere che da democristiano (attenzione non ex e non democristiano passato al PD), ma soprattutto da socialdemocratico (questa volta nel senso letterale del termine, non avendo lo stesso alcuna connotazione con il partito politico che in prima repubblica così si chiamava), mai avrei pensato qualche anno fa che mi sarei trovato un giorno nella condizione di sentirmi addirittura in dovere di prendere le difese di Mario Capanna, semplicemente perché nei suoi discorsi avessi trovato residui di intelligenza politica, in un panorama ormai da day after. Bene ho fatto oggi a vedere quel frammento di una trasmissione che ho trovato becera fin dalle sue prime puntate, avrei perso, per una volta, un bruttissimo ed emblematico spettacolo di un certo giornalismo, che, come scritto sopra abbiamo il piacere di riproporre, a futura memoria.