Terni – I musei extramoenia, i parcheggi intramoenia. Il caso dell’ex mercato coperto.
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Il caso dell’ex mercato coperto

In seguito ad una ormai puntuale, ottusa ed antieconomica programmazione urbanistica, la città di Terni si distingue come un luogo nel quale la pubblica amministrazione confina i pochi musei in un angolo della prima periferia, nello specifico l’area ex SIRI, mentre in centro sono stati costruiti più parcheggi possibile. 
E pertanto, per la legge della domanda e dell’offerta, una volta forniti tanti parcheggi in centro gli automobilisti tendono ad ingolfare il cuore della città, con ovvie ripercussioni anche per la qualità dell’aria, oltre che del traffico, è
lapalissiano, per parcheggiare in centro bisogna portare l’auto in centro. A Terni da un certo momento in poi una sequenza sfortunata di giunte comunali, poco o nulla illuminate, che con un inglesismo de “noiandri” potremmo definire “palazzinari oriented”, hanno agevolato la realizzazione di una nuova urbanistica in stile sacco di Palermo. Quindi, correndo il rischio di essere poco diplomatico, ma chiamando le cose con il loro nome, sostengo che qualunque amministratore un po’ meno superficiale di quelli che si sono alternati negli ultimi 30 anni avrebbe orientato le scelte anche, o soprattutto, verso strutture di parcheggio collettivo satellitari rispetto al centro urbano, come hanno fatto i nostri tanto vituperati cugini perugini, o come è stato fatto nella lontana città di Vienna.
Invece secondo questo tipo di logica, funzionale alla speculazione edilizia piuttosto che alla utilità collettiva, è stata venduta a privati la bella struttura del mercato coperto, che poteva essere utilizzata per accogliere il consistente patrimonio archeologico e di arte figurativa di proprietà del Comune di Terni, oltre ad altre due o tre cosucce che hanno a che fare con la nostra più che centenaria storia industriale, cosucce che vanno in malora giorno dopo giorno. Si direbbe che la città che rimarrà negli annali culturali per una squallida mostra su Pinocchio presso l’ex elettrochimico di Papigno, rappresenterà un fulgido esempio di miopia, insensibilità e assoluto disinteresse di quel bene collettivo che si chiama patrimonio storico.

Il mercato coperto fu previsto dal piano regolatore del 1937, in sostituzione del mercato di piazza Solferino, ormai divenuto inadatto ai bisogni di un importante centro urbano. Il bell’edificio che con i suoi 2000 mq caratterizza l’intera piazza, fu progettato dall’architetto Sandro Giani, secondo una trama modernista in cemento armato, acciaio e vetro, coerente con lo stile che identificava la trama della città industriale, secondo un approccio razionalista che ricorda la struttura del Circolo Lavoratori della Società Terni di v. Muratori. Questo  grande contenitore bene si sarebbe adattato alla destinazione di moderna sede museale polifunzionale, sia per la dimensione degli spazi, sia per l’ottima collocazione.
Purtroppo i Comuni, soprattutto dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, combattono con una cronica mancanza di finanze, e tentano di vendere il patrimonio pubblico, per fare cassa. E così il nostro ex mercato coperto, un edificio che incidentalmente, seppure vagamente, assomiglia alle più blasonate strutture dei musei Guggenheim, venduto a un operatore privato della grande distribuzione, diventerà l’ennesimo supermercato, uno dei tantissimi che caratterizzano ormai le nostre città, tutte più o meno simili, per quell’aria di squallida periferia che ha reso le cento città d’Italia uno stereotipo. Paradossalmente c’è da sperare che tra le nuove generazioni sia già nato un moderno Nerone, che provveda con un incendio purificatore a restituire ai tessuti urbanistici quelle peculiarità e quelle dignità che un tempo rendevano unica ciascuna città, ancora visibili nei piccoli centri, che purtroppo si vanno sempre più spopolando.

Un sindaco aveva avuto modo di commentare così l’operazione: “Un punto fermo per un intervento che rafforzerà ulteriormente l’attrattività e la competitività del centro cittadino
Il Consiglio comunale aveva approvato le osservazioni al progetto del nuovo Mercato Coperto, presentate da alcune parti sociali e modificate dagli uffici,  al termine di un ampio dibattito che ha visto emergere, sebbene tra critiche dell’opposizione, una larga convergenza e una sostanziale soddisfazione per il decollo di uno dei principali progetti  di riqualificazione urbanistica  e di ulteriore rafforzamento commerciale di una delle parti più antiche e  qualificate del centro storico ternano.
“Accogliendo la sostanza delle osservazioni presentate per il rafforzamento del sistema di servizi, parcheggi e direzionale del nuovo  Mercato Coperto – ha sottolineato nel suo intervento il Sindaco OMISSIS  il Consiglio comunale ha fatto giustizia  di un dibattito troppo spesso sterilmente polemico ed ha messo un punto fermo nel percorso di valorizzazione  di tutto il grande comparto di centro storico che  da piazza del  Mercato a largo Banderari si spinge fino a largo Cairoli, piazza Buozzi e a largo Manni. E’ stato un percorso lungo  e accidentato, che ha portato a prendere in considerazione ed a scartare  molte possibili soluzioni alternative, dalla delocalizzazione del mercato in largo Manni alla ristruttuirazione con fondi pubblici, perfino alla cancellazione della struttura per sostituirla con una piazza urbana. La strada che  abbiamo ora imboccato con decisione e che trova la sua sanzione definitiva dal Consiglio comunale è un punto d’approdo importante ed equilibrato, raggiunto anche attraverso  un positivo confronto con il complesso dell’associazionismo economico cittadino. Con l’operazione Mercato Coperto si creano le condizioni per un ulteriore potenziamento di quello straordinario ‘emporio a cielo aperto’,  secondo la fortunata definizione della Confcommercio,  che è ormai diventato il centro urbano di Terni, il più grande centro commerciale diffuso dell’Italia centrale non metropolitana. L’intervento sul Mercato – ha concluso OMISSIS si affianca ad altri  grandi interventi di sviluppo della rete commerciale resi possibili dalle politiche urbanistiche del Comune, dall’ex Siri all’area di Ponte Le Cave, da via Bramante  alla Marattana e alla via Flaminia. Un sistema diffuso  ed attrattivo  di commerci che ha accentuato la competitività e la concorrenzialità del commercio cittadino, tant’è che il tasso di inflazione a Terni è del 2,3% contro il 2,7% della media nazionale, e nello stesso tempo  ha reso più attrattiva rispetto alle aree circostanti la città, fatto questo di particolare rilievo in un momento come quello attuale di crisi economica generalizzata”.

 

Oggi:

La posizione dei rappresentanti del nostro centro studi:

Gli intoppi burocratici:

La città celebra giustamente uno dei protagonisti del suo “splendore”: