Armenia
Print Friendly, PDF & Email

(Paolo Gulminelli, Danilo Stentella, © 2022)

L’Armenia, l’antica Hayastan, è una repubblica del Caucaso meridionale, il cui territorio, di una bellezza particolarissima, privo di sbocchi al mare, ha una altezza media di 1800 metri, massima presso il monte Aragac, alto 4090 metri. La sua popolazione che al censimento del 1920 aveva una consistenza di solo 780.000 persone, durante i settanta anni di adesione all’URSS si quadruplicò, in occasione del censimento del 2005 sua popolazione risultava di 30200.000 unità, un terzo delle quali risiede nella sua capitale Erevan.

Il territorio armeno che aveva fatto parte del domino persiano, passato poi alla Russia, nel 1917 entrò a far parte, insieme a Georgia e Azerbaigian della Repubblica federale di Transcaucasia, che si sciolse nel 1918, dando origine a tre repubbliche indipendenti. Nel 1920 divenne repubblica sovietica, unita nuovamente nel 1922 alla Georgia e all’Azerbaigian a formare la Repubblica federativa socialista sovietica della Transcaucasia, quindi divisa nel 1930 nelle tre repubbliche di Armenia, Azerbaigian e Georgia, ufficialmente membri costituenti dell’URSS.

Il 94% della popolazione è armena e di religione cristiana, condizione che fa di questo piccolo paese una sorta di ultimo avamposto della cristianità in Asia[1]. L’armeno è dotato di un proprio alfabeto ed è una lingua appartenente al ceppo indoeuropeo. 

La sua indipendenza dall’Unione Sovietica, sancita ufficialmente nel settembre 1991, non ha interrotto le sue buone relazioni con la Federazione Russa, ancor più rafforzate dall’appoggio assicurato dall’Armenia ai separatisti armeni nel Nagorno Karabach, che ha causato una guerra con l’Azerbaigian, sostenuta in questo dalla Russia, situazione alla quale ha fatto da contraltare l’alleanza tra Turchia e Azerbaigian.

Storicamente i rapporti con la Turchia non sono idilliaci, anche a causa del lungo e doloroso strascico dell’olocausto armeno perpetrato tra il 1915 e il 1916 dall’impero Ottomano, un massacro che provocò la morte di circa due milioni di armeni. Questo genocidio viene commemorato dagli armeni il 24 aprile e ricordato con il nome di Medz Yeghern, grande crimine[2].

In epoca sovietica la sua economia si basava prevalentemente su una fiorente industria di trasformazione, tessile, agroalimentare, meccanica e chimica erano i settori di punta. Il periodo post indipendenza è stato caratterizzato invece da una forte crisi, nel biennio 1992-1993 il PIL si ridusse dei 2/3 e la produzione industriale di 3/4, mentre l’inflazione superava il 400%. Dopo il 1994, anche grazie a una serie di riforme strutturali il PIL ha ricominciato a crescere a ritmi sostenuti. Nel 2001 il paese è divenuto membro del Consiglio d’Europa e nel 2002 ha aderito al WTO.

Gli investimenti maggiori in Armenia sono dati dai russi, e dagli armeni sparsi per il mondo a seguito della diaspora conseguente al genocidio, la maggior parte risiede in Russia, USA e Francia.

Nonostante gli importanti progressi la situazione economica dell’Armenia non consente di assorbire la forza lavoro disponibile, il tasso di disoccupazione si assesta intorno al 25%. L’agricoltura da occupazione al 45% della forza lavoro, anche se questo settore partecipa alla formazione del PIL soltanto per il 23% circa. Risulta in consistente crescita il settore della lavorazione di pietre e metalli preziosi, un comparto in grado di attirare investimenti esteri. Certamente il turismo si dimostrerà nei prossimi anni come il grande filone da sfruttare, grazie a un paesaggio bellissimo e un patrimonio storico, culturale e architettonico di grande pregio. Annovera tra i suoi patrimoni culturali alcuni siti patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, come i monasteri di Haghpat e Sanahin, la cattedrale e le chiese di Ècmiadzin, il sito archeologico di Zvartnots, il monastero di Geghard e la valle dell’alto Azat .

I suoi rapporti, anche commerciali, con Iran, Israele, USA e con i paesi dell’Unione Europea si vanno via via implementando.

Punti di forza e criticità:

  • il paese è pesantemente ingabbiato, posto sotto la catena del Caucaso, confina con la Georgia, che ha uno sbocco sul Mar Nero, confina con l’Azerbajan, che ha lo sbocco sul Mar Caspio, confina con la Turchia, suo ex grande nemico, infine confina con la Repubblica Islamica dell’Iran.
  • l’Armenia persegue una politica di complementarità, intrattenendo relazioni amichevoli con l’Iran, la Russia e l’occidente compresi gli USA e l’Unione Europea;
  • è un membro associato della NATO, ma sicuramente per non inimicarsi la Russia non diventerà mai uno stato membro;
  • per quanto riguarda i rapporti con l’Iran, l’Armenia è l’ultima frontiera della cristianità, che si insinua nel mondo Scita iraniano, non ci dimentichiamo che lo 0,4% degli iraniani, la cui popolazione è di circa 80 milioni, sono cristiani;
  • gli armeni hanno interesse ad avere buoni rapporti anche con la Georgia, dove rappresentano circa il 5,7% della popolazione;
  • il rapporto con i curdi può definirsi come di amore e odio, verso i curdi, che vivono nella parte della Turchia che confina con l’Armenia, e che durante la persecuzione contro gli armeni si schierarono con i Turchi;
  • è altresì fondamentale tenere conto del peso che hanno il Nahicevan, l’enclave dell’Azebaijan in territorio armeno, e quello che è rimasto dell’Artsakh, Nagorno Karabakh in mano armena;
  • in Armenia vivono circa 3 milioni di abitanti, mentre nel mondo, sparsi per la diaspora vi sono circa altri 5 milioni di armeni, in ordine percentuale sono maggioritariamente rappresentati in Russia, poi in USA, quindi in Francia, in Italia sono presenti con una piccola comunità di circa 20.000 persone[3];
  • fa parte del OTSC, Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, una alleanza militare creata nel 1992 da sei nazioni appartenenti alla Comunità degli Stati Indipendenti: Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan.

[1] Chiesa armena. Chiesa Cristiana Orientale di fede precalcedonese, ossia accettante il monofisismo ( dottrina che afferma l’unica natura divina di Cristo) condannato in via definitiva dal Concilio di Calcedonia (451 d.C.). La Tradizione fa risalire il primo annuncio del Vangelo in Armenia agli Apostoli Taddeo e Bartolomeo, ma la conversione della corte armena è dovuta all’apostolato di Gregorio L’Illuminatore, che nel 301 battezzò il re Tiridate III. Il Cristianesimo fu allora proclamato religione ufficiale del Regno. Gregorio aveva ricevuto la consacrazione episcopale a Cesarea di Cappadocia; di conseguenza , da Cesarea dipendevano l’organizzazione ecclesiastica, il culto, la consacrazione del khatholikos, vescovo capo dell’episcopato armeno. Nel 405 il Monaco Predicatore Mesrob Masdotz inventò un Alfabeto adeguato alla Lingua Armena parlata, capace soprattutto di tradurre la Bibbia. La Maggioranza dei Fedeli Armeni fa capo alla giurisdizione del patriarca Katholikos che risiede nel Monastero di Ecmiadzin, fondato nel IV secolo.

Armeni e cattolici. I Rapporti Ecumenici tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Armena traggono origine dalla dichiarazione comune del Papa Paolo VI e del katholikos armeno Vasken I, firmatanel 1970. Ulteriori progressi furono compiuti con la visita di Giovanni Paolo IIal Patriarca armeno di Costantinopoli (1979). I rapporti sono agevolati dalla presenza a Venezia dei monaci cattolici di rito armeno chiamati “Mechitaristi” (che stanno nell’Isola di San Lazzaro), perché appartenenti all’ordine fondato dall’armeno  Pietro Manuk ( 1676-1749), chiamato Mechitar ( consolatore).

[2] Il Genocidio Armeno viene ricordato come Metz Yeghern (pron. Medz Eghern), che significa il grande male. Ogni anno viene ricordato il 24 aprile nella capitale Yerevan con una processione alla Collina delle Rondini dove è sorto il mausoleo che ricorda le circa due milioni di vittime del genocidio.

Ancora a distanza di 106 anni dai fatti il governo turco rifiuta di riconoscere il genocidio degli a, così come il governo di Israele, per citarne un altro, anche questo è causa di tensione tra la Turchia e l’Unione Europea, gli USA, la Santa Sede ed altri Paesi.

I Paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio Armeno a partire dal 1965 sono 30, tra i quali l’Italia, il cui riconoscimento è avvenuto nel 2019, e la Santa Sede, 2015.

[3] Per approfondimento nel web: https://unionearmeni.it; https://comunitaarmena.it; https://centrostudihrandnazariantz.blogspot.com