(Giuseppe Maneggio, © 2017) Nino Galloni, economista ed ex direttore generale al ministero del Bilancio, sindaco effettivo dell’INPDAP dal 2002 al 2010 e attualmente membro effettivo del Collegio dei sindaci dell’INPS in una recente intervista è stato chiaro: con una moneta sovrana l’Italia potrebbe creare dai 7 agli 8 milioni di posti di lavoro. È una necessità impellente per l’economista perché il grande capitale straniero, francese in primis, sta sbranando l’Italia.
A 1Mattina il Professor Nino Galloni confuta con pochi semplici numeri l’ipotesi che l’Italia sia fuori dalla crisi e dalla recessione economica, smascherando l’ennesimo avvistamento della luce in fondo al tunnel, stavolta per cause elettorali: [youtube width=”550″ height=”445″]https://youtu.be/_RUWhKu-udI[/youtube]
PROGRAMMA ME-MMT DI SALVEZZA ECONOMICA PER IL PAESE “Adottando l’Euro l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica.” (Paul Krugman, Premio Nobel per l’Economia)
Ovvero, della grande fregatura delle privatizzazioni. A proposito della crisi della siderurgia italiana, della grave crisi che ha colpito la Thyssen Krupp di Terni e tutta la produzione industriale italiana, vi proponiamo in download gli atti di un convegno tenutosi nel 2004, su iniziativa del CESTRES (Centro Studi e Ricerche Economici e Sociali), per approfondire gli effetti delle privatizzazioni che da un decennio, all’epoca, avevano stravolto il panorama industriale italiano. In questi atti è possibile leggere le opinioni dei più influenti politici dell’epoca e degli intellettuali che si occuparono del problema. L’Italia ha subito uno dei più drastici processi di privatizzazione dell’occidente industrializzato, prima con la svendita delle banche di […]
(Aldebrano Micheli) Nel suo lungo cammino lo stabilimento ternano ha conosciuto periodi difficili come quando, nei due dopoguerra, governi scriteriati avrebbero voluto chiuderla; il superamento di questi ostacoli è costato sacrificio, abnegazione e, purtroppo, anche qualche vittima. Oggi ci risiamo, la situazione corrente della ex Règia fabbrica d’Armi di Terni è un po’ inquietante, l’età media delle maestranze è di 56 anni, l’ultimo corso allievi operai è del 1985, quando furono assunti 16 operai, il personale va in quiescenza per limiti di età e non viene sostituito. Si perde know how, come si dice oggi, cioè conoscenza, e questo è gravissimo. Di questo passo, in pochissimi anni, l’opificio chiuderà per […]