Una pacata e competente riflessione sullo scampato pericolo. La domanda di fondo, in sostanza, deve essere chiara e univoca: occorre in conclusione chiedersi: “quali sono i fini della riforma? E questa riforma a chi giova”?
I governi Monti, Letta e Renzi, quest’ultimo protagonista del patto del Nazareno con Berlusconi hanno preparato pazientemente l’imboscata finale, il cuore stesso di questo referendum, l’assalto al ricco bottino costituito da reti elettriche, acquedotti e gas. Il Presidente uscente degli USA ha implicitamente, ed esplicitamente, appoggiato le riforme costituzionali che saranno sottoposte al referendum confermativo del 4 dicembre 2016, specialmente il cavallo di battaglia del fronte del si, il superamento del bicameralismo, ma incoerentemente, perché in quella repubblica federale il potere legislativo è esercitato secondo un sistema bicamerale, Camera dei Rappresentanti e Senato, secondo un sistema vigente anche in tutti i suoi stati, con unica eccezione del Nebrasca. Obama ha […]
(Maurizio Ceccaioni, da: https://www.di-roma.com/index.php/italia/1300-referendum-no-triv-manca-il-quorum-e-renzi-si-gongola-in-tv) Doveva essere un referendum per fermare «l’assalto delle lobby petrolifere», come denunciò il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, una sorta di caccia al tesoro dai risvolti miliardari.
(Michael Emersone and Steven Blockmans; da: https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2350139) The political context for the present project was set by Prime Minister Cameron’s speech about Europe on 23 January 2013, when he announced his intention to “negotiate a new settlement with our European partners”, and submit the results for an ‘in or out’ referendum in 2017. While this five-year process is full of political and economic hazards, one positive feature of it is the British government’s decision to launch a comprehensive and open investigation of all the EU’s competences, based on evidence submitted by independent stakeholders and individuals.